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VI RICORDO CHE IL 30 APRILE ORE 21:00 POTRETE LEGGERE L’ULTIMO CAPITOLO INTERO DI QUESTA SECONDA PARTE. Per leggere i capitoli precedenti, clicca qui.
“Fatemi sapere se vi piace questa storia, se avete da criticare, fatelo pure, perché le critiche sono costruttive. Mi piacerebbe ricevere un vostro giudizio. Grazie per aver letto questa storia. Ciao e non perdetevi L’ULTIMO CAPITOLO DI QUESTA SECONDA PARTE IL 30 APRILE ORE 21:00”.
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“Fatemi sapere se vi piace questa storia, se avete da criticare, fatelo pure, perché le critiche sono costruttive. Mi piacerebbe ricevere un vostro giudizio. Grazie per aver letto questa storia. Ciao e non perdetevi L’ULTIMO CAPITOLO DI QUESTA SECONDA PARTE IL 30 APRILE ORE 21:00”.
CAPITOLO 10: UN NUOVO INIZIO
Avrebbero dovuto
incontrare il loro avvocato prima dell’udienza, perché aveva da dirgli delle
cose che erano veramente importati per il processo.
Così, dopo
essere scesi dall’aereo, presero i loro bagagli e lasciarono l’aeroporto.
Il clima era
diverso rispetto a quello della Lapponia, non c’era quel freddo pungente che
gli faceva gelare persino le ossa.
Dei nuvoloni
scuri si stavano sempre più avvicinando e minacciando il clima mite e temperato.
Gli mancavano
terribilmente i loro figli, ma sarebbero andati a quel processo anche per loro,
per mettere, anche per loro, la parola fine su quella storia.
Il padre di
Henry, non riusciva ancora a sentirsi figlio di Claus, certo lo ammirava, capiva
che era una persona fantastica ed era contento che potesse diventare il nonno
dei suoi figli; forse, con il tempo lo sarebbe diventato, con il tempo
l’avrebbe accettato, fino a chiamarlo papà. Ci sperava, ci sperava con tutto se
stesso, ma per ora, non si sentiva ancora pronto a chiamarlo così.
Fin da bambino
aveva immaginato le fisionomie dei suoi genitori; addirittura, a volte se li
sognava durante la notte, lì, in quel mondo incantato, in cui i suoi desideri
potevano diventare realtà.
Tuttavia, nella
sua testa si ripeteva la stessa domanda che si faceva fin quand’era piccolo: “perché l’aveva abbandonato?”. Forse, se
fosse riuscito a rivolgere questa domanda a Claus, sarebbe riuscito a vederlo
con occhi diversi e ad accettarlo come suo padre.
Non vedeva l’ora
di rivolgerli quella domanda.
Di fronte
all’aeroporto c’erano tanti taxi che stavano partendo e per questo, si misero a
correre e ad alzare una mano, per farne fermare uno.
Aprirono lo
sportello, salirono dentro e il padre di Henry
lo chiuse.
Il tassista girò
la chiave per accendere la macchina e dopo pochi secondi, fece manovra per
immergersi nella carreggiata. Così, il tassista si diresse verso il loro
albergo.
Per la strada
c’era davvero tanto traffico; i genitori di Henry non si parlavano, non avevano
niente da dirsi. All’improvviso, lui le prese la mano e la strinse forte tra la
sua.
Il padre di
Henry, vedeva un futuro meraviglioso davanti a se; mentre pensò questo,
involontariamente, incurvò le labbra.
Non chiedeva
niente dalla vita: non voleva altro dalla vita. Aveva ritrovato Neal e questa
cosa gli bastava. Quando aveva perso Neal, il suo cuore si era come spezzato in
mille pezzi e non importava se ci fosse la luce o il sole, perché lui viveva
perennemente in un mondo fatto di oscurità.
Quando arrivano
di fronte all’albergo, pagarono il tassista e scesero dall’auto.
Entrarono dentro
all’albergo e dopo aver preso la chiave della loro stanza, presero l’ascensore
per raggiungerla.
Non appena
entrarono in camera si buttarono sul letto per rilassarsi. Stavano lì, sdraiati
a osservare il soffitto; dopo un po’ di minuti, s’alzarono e si fecero una
doccia rinfrescante, per rilassarli e togliersi di dosso il sudore.
Non appena
furono pronti, si vestirono e uscirono dall’albergo per andare a incontrare il
loro avvocato.
Si tenevano mano
nella mano, non avevano niente da dirsi e l’uno cercava sempre la forza
nell’altro; da soli si sentivano persi, ma insieme avrebbero potuto spaccare il
mondo.
Così, dopo una
decina di minuti raggiunsero l’ufficio del loro legale. Suonarono il campanello
e quando s’aprì la porta videro l’avvocato, vestito in modo elegante, con un
completo nero, una camicia bianca, una cravatta celeste che riprendeva i colori
dei sui occhi. Non appena se li trovò di fronte gli sorrise e aprì ancora di
più la porta per permettergli d’entrare nel suo studio.
Li fece
accomodare su delle sedie e dopo si sedette dietro di loro e per un istante,
chiuse gli occhi e sognò la vittoria. Ne era sicuro, avrebbe messo la parola
fine su quella brutta storia e i cattivi sarebbero stati consegnati alla
giustizia.
In qualche modo,
il bene trionfa sempre sul male, anche se a volte non è così. L’avvocato c’è
l’aveva messa tutta per arrivare alla verità e ottenere la giustizia per quella
famiglia che aveva quasi rischiato di perdere un figlio.
«Vi volevo solo
dire che credo che oggi, abbiamo tutte le carte in tavola per mettere la parola
fine su questa storia». Gli disse con il sorriso sulle labbra e un tono della
voce molto determinato.
Allora, entrambi
i genitori di Henry si guardarono negli occhi, si sorrisero e si strinsero la
mano.
S’avviarono con
il loro avvocato fino all’aula di tribunale e quando entrarono, si misero a
sedere e attesero che il processo iniziasse.
FINE ANTEPRIMA… NON PERDERETE L’ULTIMO CAPITOLO INTERO DI QUESTA SECONDA PARTE IL 30 APRILE ORE 21:00.
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