ACROSS THE WORLD'S: LA LEGGENDA PERDUTA
VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE
Alison si era sempre sentita diversa da tutti, si poneva domande strane e sapeva di non vivere la sua vita. Si sentiva abbandonata a un destino non del tutto suo, come se qualcuno o qualcosa avesse interferito nella sua vita e i suoi sogni la spaventavano così tanto da farla svegliare di soprassalto nel cuore della notte.
Da bambina incontrò un ragazzo molto stano che avrebbe spaventato tutti quanti, ma non lei, che vedeva in lui qualcosa di magico; si sentiva uguale a quel ragazzo. Con il passare degli anni, ripensava in continuazione a quel ragazzo; una parte di lei, quella più profonda, sapeva che avrebbe potuto darle le risposte alle sue domande.
Allora non lo sapeva ancora, ma quell'incontro avrebbe stravolto per sempre la sua vita.Si sente sola e persa, fino a quando verrà salvata da Justin un ragazzo per certi aspetti molto simile a lei. Le loro vite diverse si fonderanno e insieme troveranno la forza di lottare in un mondo che con il passare del tempo sta diventando sempre più crudele. Un minaccia dietro l'angolo rischierà di oscure le loro vite. Riusciranno a sopravvivere? e a sconfiggere il male che si sta risvegliando?. Saranno in grado di lottare e di farsi carico di un destino scritto dalla notte dei tempi?.
Allora non lo sapeva ancora, ma quell'incontro avrebbe stravolto per sempre la sua vita.Si sente sola e persa, fino a quando verrà salvata da Justin un ragazzo per certi aspetti molto simile a lei. Le loro vite diverse si fonderanno e insieme troveranno la forza di lottare in un mondo che con il passare del tempo sta diventando sempre più crudele. Un minaccia dietro l'angolo rischierà di oscure le loro vite. Riusciranno a sopravvivere? e a sconfiggere il male che si sta risvegliando?. Saranno in grado di lottare e di farsi carico di un destino scritto dalla notte dei tempi?.
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Se ti sei perso/a il quarto capitolo te lo lascio qui:
Aveva passato una notte tranquilla, anche se, prima di addormentarsi non era riuscita a non ripensare alle parole pronunciate da Lucas, la persona tutta vestita di nero.
C'era qualcosa che non capiva. Quell'uomo le aveva detto qualcosa, era andato molto vicino alla verità, ma allo stesso tempo, era anche molto lontano. Era come se le avesse dato tanti pezzi di un puzzle, impossibile da risolvere, senza l'aiuto di qualcuno.
Al momento opportuno, sarebbe riuscita a capire da chi andare e da chi farsi aiutare a comprendere le sue stranezze. Ma chi poteva essere?. Si chiese nel bel mezzo della notte. Che cosa meglio di una bella dormita, per schiarirsi le idee. Prima d'addormentarsi, si girò dalla parte della porta e s'accorse che Justin stava ancora dormendo sulla poltrona, con una coperta. Era beato, tranquillo e molto rilassato. Lei s'alzò dal letto per poterlo osservare mentre dormiva. Lo conosceva da pochissimi giorni e già sapeva di potersi fidare di lui. C'era qualcosa di magico in lui e quando stava con lui, si sentiva bene e al sicuro. Gli sistemò la coperta, per farlo restare al caldo. Mentre stava per ritornare a letto, si girò per ritornare da Justin. Avvicinò il suo volto a quello di Justin e gli dette un bacino sulla guancia ispida, dalla barba incollata.
«Grazie di tutto». Gli sussurrò, avvicinandosi al suo orecchio.
Lui mentre stava ancora dormendo, si mosse leggermente e con la bocca, le fece un accenno di sorriso; non s'accorse di niente e continuò a dormire come se niente fosse.
Ritornò a letto e si mise a osservare la luna dalla finestra e quando smise di pensare, riuscì finalmente ad addormentarsi. Dormì serenamente per tutta la notte.
Al risveglio si ritrovò sola in quella stanza. Forse, lui non le voleva far sapere che passava le notti nella sua stessa stanza. Ma perché era così misterioso?, si chiese nuovamente, senza trovare alcuna risposta.
Andò a fare colazione e dopo, perlustrò tutto l'edificio per cercare la stanza di Justin. Voleva parlarle di quel tizio strano che aveva incontrato. Bussò più volte, ma nessuno le aprì quella porta; infatti, non sentiva alcun rumore all'interno di quella stanza. Dopo, provò a bussare nuovamente.
S'allontanò da quella porta e tornò nella sua stanza. Non aveva niente da fare e si stava annoiando a stare lì da sola e senza Justin. Perlomeno le altre mattine le aveva tenuto compagnia.
Essendo ancora in convalescenza, non poteva stare in piedi a lungo; infatti, in quel preciso momento, si sentiva molto affaticata.
Passarono alcuni giorni e tutte le notti faceva sempre lo stesso incubo: sognava Lucas che veniva a portarla via e non smise di sognare neanche il ragazzo che veniva pugnalato. Ora, aveva capito che non sarebbe stato ucciso il ragazzo che aveva incontrato quando era una bambina, ma Justin. Ora nel sogno vedeva chiaramente il viso di Justin. Il ragazzo che aveva incontrato da piccola e Justin, erano diversi seppur sembravano avere qualcosa in comune.
Aveva voglia di confidarsi con Justin e di raccontargli dell'incontro con Lucas; ma tutte le volte che passavano del tempo insieme, non sapeva mai come introdurre il discorso.
Dopo diversi giorni, Alison s'era quasi ripresa; anche se non poteva ancora dire d'essere in perfetta forma.
Doveva chiamare i suoi genitori, per fargli sapere che si trova nella stesa città e che tutto sommato stava bene; ma non aveva proprio voglia di sentirli e di farsi fare la predica. Sapeva che sarebbe stata costretta a chiamarli, per scusarsi e per dirgli d'aver commesso un grande errore. Come avrebbero reagito?, si chiese, ma non seppe dare una riposta, perché non aveva mai combinato niente di così terribile. L'avrebbero messa in punizione a vita?, l'avrebbero rinchiusa dentro una cella e avrebbero buttato via la chiave? o sarebbero solamente stati felici nel rivederla o risentirla al telefono.
Si mise a letto, per rilassarsi un po', non voleva dormire, ma lentamente i suoi occhi si chiusero, contro la sua volontà.
Incominciò a sognare, era sempre il solito giorno, ma questa volta era diverso. Era sempre più sicura, che il volto della persona in pericolo fosse quello di Justin. Lo vedeva chiaramente che era lui, non poteva sbagliarsi. La persona che aveva sognato aveva i suoi stessi lineamenti e portamenti. Non poteva essere una coincidenza, il fatto di aver conosciuto Justin, pochi giorni prima dalla data dell'aggressione.
Rivide il mese, il giorno dell'aggressione e una figura oscura che lo minacciava con un coltello. Si svegliò di soprassalto e con tutto il pigiama bagnato. Gridò non appena si svegliò. Il suo respiro diventò affannato, ma fortunatamente dopo pochi istanti riuscì a tranquillizzarsi, solo in parte. Cominciò ad avere paura per Justin. Doveva fare qualche cosa, doveva aiutarlo, doveva proteggerlo; non poteva permettere che gli accadesse qualcosa di brutto, non poteva stare lì con le mani in mano ad aspettare l'evento si verificasse sotto i suoi occhi. Non poteva, si ripeté dentro di se, ascoltando il suo cuore.
Arrivò qualcuno di corsa, che aprì bruscamente la porta. Era Justin che se ne stava con le braccia appoggiate allo stipite della porta. Aveva degli occhi spalancati dal terrore. Era leggermente sudato, dalla corsa che aveva fatto per andare da lei. Alison lo guardò per qualche istante e anche lui fece altrettanto. I loro sguardi erano molto intensi, si parlavano solamente con i loro occhi.
«Tutto bene?». Le chiese con un espressione dolce. S'avvicinò verso di lei, con passo lento ma deciso e si mise a sedere sopra il letto.
«Ho fatto solo un brutto sogno. Sai mi succede molte volte. Ormai ci sono abituata. Ma ogni volta ho paura di sognare. E questa volta... è stato orribile». Cercò di spiegargli il più possibile.
«Mi vuoi raccontare il sogno?». Le chiese vedendola così terrorizzata e scossa dal sogno che aveva appena fatto.
Alison scosse la testa, più volte da destra a sinistra, per fargli capire tempestivamente le sue intenzioni.
«Magari, un altro giorno. Adesso non mi va di rivivere l'incubo». Gli disse una bugia. Non doveva sapere quello che aveva realmente sognato.
«Se vuoi rimango un po' qui con te». Le propose, vedendola così spaventata.
«Devo chiamare i miei e dirgli che sto bene». Justin s'alzò dal letto, per lasciarle un po' di privacy. Non voleva disturbarla e neanche metterla in imbarazzo per la sua presenza. In silenzio s'avviò verso la porta, dandole le spalle. Quando si voltò, i loro occhi s'incrociarono per qualche istanti, i loro sguardi erano così intesi da poter incenerire tutta la stanza. Tra loro, in pochissimi giorni, s'era creato un legame, una forte amicizia.
«Io vado, tanto ho da fare e non voglio crearti il disturbo. Non voglio impicciarmi degli affari tuoi». Le sorrise prima di spingere in basso la maniglia della porta.
Lei s'alzò dal letto e lentamente, gli andò in contro prima che lui chiudesse la porta.
«No, non andare. Non voglio che tu te ne vada. Non ho niente da nasconderti. Ho paura, c'è qualcosa che non va. Qualcosa che mi è successo l'altra sera». Negli occhi di Alison comparve il terrore. Incominciò a tremare dalla paura.
Lui si irrigidì all'istante, non sapeva cosa dirle per confortarla. Si trovò indifeso e amareggiato per non sapere come aiutarla. Nel silenzio riuscì a ragionare e l'avvicinò a se, stingendola forte tra le sue braccia, l'alzò da terra, come se fosse leggera con una piuma, solamente per portarla a sedere sul letto.
Prima di metterla sopra il letto, la tenne qualche istante stretta a se, per tranquillizzarla. Alison, infatti appariva molto spaventata e turbata agli occhi di Justin.
La faccia di Alison non era per niente serena. Come faceva a essere serena dopo aver ricevuto una notizia del genere?. Chiunque si fosse trovato al suo posto sarebbe stato spaventato.
S'aggrappò più che poté a Justin. Voleva mandare via le tenebre che aleggiavano intorno al suo cuore; ma era difficile scacciarle via. I suoi occhi lentamente s'inumidirono, per poi sfociare in un pianto dirompente. Aveva avuto tanta paura di Lucas, l'uomo incappucciato di nero; quell'incontro l'aveva così spaventata da farla rabbrividire persino dopo diverse ore. Aveva paura di scoprire qualcosa di terrificante, ma al tempo stesso aveva voglia di sapere la verità. Aveva paura di scoprire che in lei ci fosse qualcosa di strano o ancor peggio di non umano. In lei c'era qualcosa di buono o di cattivo. Come avrebbe fatto ad accettare una verità del genere?.
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