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venerdì 12 maggio 2017

VIVRÒ SOLO PER TE - CAPITOLO 7.1 - IL RITORNO INASPETTATO



VIVRÒ SOLO PER TE


VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE


TRAMA:
Harry frequenta le superiori, sta insieme alla sua ragazza Virginia da due anni. È innamorato di lei. Fin quando soccorre Crystal durante un incidente. Tra di loro (Harry e Crystal) è amore a prima vista. Harry è pronto a lasciare Virginia per Crystal, quando il destino decide per lui nel modo più crudele; la sua ragazza, Virginia fa un incidente con il motorino e dopo una lunga lotta perde la vita. Non vi dico che cosa gli succede, perché vi rovinerei la lettura, ma come da titolo "VIVRÒ PER TE", Crystal gli darà la forza per tornare a vivere e a non avere più paura della vita. Crystal diventerà la sua roccia a cui aggrapparsi.



Se ti sei perso/a il sesto capitolo te lo lascio qui:



Crystal era da sola nella sua casa. Ormai la scuola era finita da qualche giorno, perciò, non aveva niente da fare. Si stava annoiando. Aspettava con ansia i voti, anche se sapeva già di essere passata con voti altissimi. Era fiera di se di essere riuscita nel suo intento di avere una bella pagella. Certo, si era sacrificata un anno intero, studiando, ma alla fine, ne era valsa la pena.
Tutte le sue amiche erano partite per un viaggio che aveva organizzato la scuola, dei campi solari. Ma Crystal aveva preferito restare a casa, per godersi la pace dell'estate. In questo periodo oltre a fare i compiti che le avevano assegnato i professori, poteva leggere i suoi libri preferiti e andare al mare.
E magari incontrare nuove persone, nuovi amici o amiche; d'altronde e a questo che serve l'estate. Oppure, trovare finalmente un ragazzo affettuoso e carino. Voleva avere un fidanzato, dimenticarsi del male che gli aveva fatto il suo ex e voleva anche dimenticarsi anche di Harry, provava qualcosa per lui e pensare sempre a lui, le stava facendo più male che bene. Harry sarebbe sempre rimasto in un cassetto ben chiuso a chiave all'interno del suo cuore. In quel momento non lo sapeva ancora, ma da li a poco la sua vita sarebbe cambiata.
Prese la chitarra per suonare. Essendo sola in casa non avrebbe dato noia a nessuno. Suonare le piaceva molto, la distraeva dai suoi pensieri e le faceva perdere la cognizione del tempo.
Si era illusa di poter almeno rivedere un'altra volta Harry. Sperava con tutta se stessa di poter diventare la sua fidanzata, oppure diventare semplicemente una sua amica. Ma purtroppo la vita, le era contro in amore. Tutto le andava bene nella sua vita, ma in amore si riteneva veramente sfortunata.
Con il passare del tempo, le sue speranze cominciarono sempre di più a diminuire. Ma in fondo al suo cuore, aveva tenuto accesso una piccola speranza; lei era sempre stata una sognatrice. Sarebbe morta dentro se non avesse tenuto accesa una piccola luce di speranza dentro il suo cuore.
La vita era andata avanti, non soffriva più. Ormai si era lasciata il passato alle spalle. Aveva passato molto tempo a pensare e a stare male per il fatto che Harry non l'aveva mai chiamata.
Ma adesso era felice della sua vita, anche se sentiva come un vuoto dentro di se e quel vuoto si chiamava "Harry". Le mancava qualcuno da amare. Ormai, era da più di un anno che era single e  che non aveva una persona tanto speciale da amare. Ma nemmeno cercava l'amore, perché pensava che le cose migliori accadevano quando una persona non se le aspettava.

Verso agosto Crystal sarebbe andata a fare una vacanza di due settimane con tutta la sua famiglia, in una località di mare.
Dopo un'oretta, si annoiò anche a suonare, infatti, ripose la chitarra nella sua custodia e andò a farsi una merenda.
Era ancora presto, il tempo sembrava non passare mai. Si andò a fare una doccia per cercare di togliersi di dosso il sudore e per rinfrescarsi dal cado afoso.
Dopo, per passare il tempo decise di provarsi qualche vestito. Si avvicinò al armadio, doveva scegliere i vestiti da buttare, quelli da tenere e quelli da regalare. Aprì lo sportello.
Tirò fuori dall'armadio un sacco di vestiti e li gettò tutti sul letto. Vestiti pesanti, leggeri e di tutti i colori. Con il passare dei minuti, i vestiti formarono una montagna sopra il letto.
Prese in mano una giacca vecchia che non metteva da molto tempo. Le piaceva davvero molto quella giacca. Decise di provarsela. La indossò e si andò a guardare davanti allo specchio. Le stava veramente bene. Era di colore nero e le calzava a pennello, anche se forse era leggermente troppo grande. Evidentemente aveva perso qualche chilo facendo jogging. Le piaceva correre, per mantenersi in allenamento e per liberarsi dai problemi che le occupavano il cuore e la mente. Mentre si stava contemplando davanti allo specchio, mise istintivamente le mani in tasca per controllare se avesse lasciato dei soldi. Un gesto che fanno tutte le persone, ma in quell'istante non sapeva ancora che quel gesto avrebbe rimesso in moto tutta la sua vita.
Sentì un pezzo di carta. Ma non le sembrava una banconota, ne era sicura, perché la consistenza era molto diversa. Era molto più piccola e sembrava strappata ai lati, perché al tatto le pareva più ruvida ai bordi. Lasciò la mano dentro il giacchetto e strinse quel foglietto tra la sua mano. Le scese una lacrima dagli occhi e il suo cuore incominciò a battere all'impazzata.
Non era più in lei. Un gioia immensa stava invadendo il suo corpo. Aveva intuito cosa potesse essere quel foglietto. Ma aveva una paura pazzesca di scoprire la verità. Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi.
Trovò dentro di se il coraggio. Doveva scoprire se le sue supposizioni erano state giuste. Doveva sapere la verità, anche se aveva una paura fottuta; tanto che le incominciò a tremare il braccio.
Tutto a un tratto, si ricordò in quale occasione aveva indossato quella giacca. Fece due più due e all'istante capì tutto.
Tirò fuori la mano dal giacchetto con una velocità impressionate. Strinse la mano doveva aveva il pezzo di carta, facendo il pugno. Dentro di se, sperava che si trattasse proprio di quel foglio. Chiuse gli occhi e li riaprì molto lentamente, come se non credesse che quel foglio sarebbe potuto essere quello con i recapiti di Harry.
Aprì lentamente la mano. Appena vide il foglio fece un urlo di gioia. Non poteva credere di avere ritrovato quel foglio che tanto aveva cercato. Per fortuna, il suo urlo non avrebbe disturbato nessuno. Quando si accorse che quel foglietto era stato lavato insieme al giacchetto, diventò immediatamente triste. Gli occhi da prima sereni e pieni si gioia, le diventarono gonfi di lacrime. Aveva trovato quel pezzo di carta che lo cercava da una vita e ora che era arrivata alla fine del suo incubo, non avrebbe potuto leggerlo. Si accorse in quell'istante che avrebbe potuto perdere Harry per sempre. Se prima era attaccata alla speranza di trovare quel foglio, ora l'aveva persa come aveva perso quel ragazzo.
Ma Crystal arrivò subito alle conclusioni più affrettate. Non si rese conto che anche se quel foglio era finito in lavatrice con il cappotto, poteva benissimo riuscire a capire i recapiti di Harry. Non se ne accorse, perché non aprì il foglio. Appena se ne accorse smise di piangere e fece un altro urlo di gioia.
Nel frattempo rientrò sua sorella prima del previsto e sentendola gridare molto forte, si precipitò in camera per vedere se stava bene e per chiederle che cosa le fosse successo. Aprì la porta di scatto.
«Cosa ti è successo?». Le chiese preoccupata e affannata per la corsa sulle scale.
Crystal saltava come una pazza sul letto. Non senti nemmeno la domanda della sorella. Continuava a saltare come una pazza. Ci mancava poche che rompesse il letto da quanto ci saltava forte. Poi fece un salto dal letto a terra e le disse con gioia.
«Cos'è successo». Gridò per farsi sentire. E Crystal fece un salto dallo spavento.
«Non puoi immaginare quello che mi è successo». Le disse con un sorriso in faccia. Nel frattempo aveva smesso di saltare e si era messa seduta al bordo del letto. Vedendo il sorriso di Crystal, Lore si tranquillizzò.
«Io so solo che hai urlato da pazza. E ti stai anche comportato da pazza!». Ribadì Lore.
«Ho ritrovato il foglietto che mi aveva scritto...». Nono riuscì a terminare la frase e a pronunciare quel nome tanto dolce e magico.
Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Cominciò a piangere. L'emozione che aveva in corpo era quasi indescrivibile. Le lacrime uscivano dai suoi occhi pieni felicità. Aveva pianto per molti giorni per la tristezza e ora poteva farlo perché era felice, come mai prima nella sua vita.
«Me l'ha scritta un ragazzo». Le disse Crystal.
«È una lettera d'amore». Aggiunse. «Hai trovato la tua anima gemella».
«No, è il suo numero di telefono, il suo numero di casa, l'e-mail e il suo indirizzo d casa». Gridò Crystal.
Era così contenta che si rimise a saltare sul letto come una pazza. Tutto a un tratto si fermò all'istante e si mise a riflettere. Diventò triste tutto d'un tratto. Si mise a sedere sul letto e aveva la faccia triste e pensierosa.
«Di chi?». Le chiese Lore preoccupata, per capire meglio di chi si trattasse.
«Di Harry». Abbassò per un istante lo sguardo e s'incupì all'istante.
«Ora cosa cos'hai?, non sei contenta?». Le chiese stupita del suo strano comportamento.
«Sì, ma vedi. Mi chiedo. Forse il fatto che ho ritrovato i suoi recapiti, vuol dire che il destino mi consiglia di farmi avanti. Ma mi chiedo anche come mai lui non mi ha cercato, forse non mi vuole».
Lore doveva stare attenta alle parole da usare. Con le parole sbagliate avrebbe potuto rovinare la situazione.
Si avvicinò a Crystal. Si sedette sul letto accanto a lei e le appoggio una mano sulla spalla. «Vedi, se non ti ha chiamato non vuol dire per forza che non gli piaci. Anche lui potrebbe aver perso i tuoi recapiti. Ma te eri avvantaggiata, perché sapevi dove abitava. Pensa lui, che sicuramente gli piaci e che non poteva vederti, perché non conosceva dove abitavi». Crystal pensò alla sofferenza che poteva aver provato Harry. In quel istante si sentì un po' egoista. Si vergognò di se stessa e del comportamento che aveva avuto.
Aveva sbagliato. Sarebbe dovuta andare a cercarlo visto che sapeva dove abitava. Aveva fatto uno sbaglio. Poteva ormai riparare a questo suo grande errore?, poteva essere perdonata da Harry?. Lei pensava solo al suo dolore. Non si era mai resa conto che anche Harry durante questi mesi, magari aveva sofferto molto più di lei.
«Hai ragione poverino. Ma come faccio ad attaccare il discorso? E a invitarlo a uscire con me?». Crystal era proprio imbranata in affari di cuore. Ed è per questo che chiese il consiglio a sua sorella. Ora avrebbe lottato con tutta se stessa per poter avere Harry con se e per farsi stringere tra le sue braccia caldi e accoglienti.
«Servono a questo le sorelle più grandi. A dare consigli. Lo contati su Facebook e gli chiedi l'amicizia, gli ricordi che sei e poi, lo chiami e lo inviti a vedere un film al cinema e a prendere un gelato». Le disse semplicemente e con un tono di voce molto convincente. Per Lore era molto facile attaccare discorso con un ragazzo, le veniva così naturale. Invece, Crystal aveva una grandissima difficoltà si vergognava a fare una proposta a un ragazzo. Soffiò e alzò in alto la testa. Si mise a riflettere per qualche instante, per cercare di capire dentro di se, se aveva il coraggio di contattarlo. Certo, era difficile per lei, ma doveva vincere la sua paura; per fortuna Facebook le risolveva il problema.
«Grazie, io senza di te non sarei buona a fare niente, ti voglio bene sorellona». L'abbracciò. Era così felice di avere una sorella così gentile e sempre disponibile.
«Sennò a cosa servono le sorella più grandi. Sei sangue del mio sangue». Il loro legame era sempre stato speciale e nel corso della loro crescita si era rafforzato sempre di più.
Prese il suo iphone e aprì l'applicazione di Facebook e dopo cercò Harry nel campo di ricerca e quando lo trovò, entro nel so profilo. Si mise a scorrere alcune delle sue foto che aveva reso pubbliche e si rese conto che era sempre più bello e che però nelle ultime sembrava molto triste. Stava per cliccare sul pulsante per chiedergli l'amicizia, quando tutto a un tratto le squillò il telefono. Non conosceva la persona che la stava chiamando, ma rispose ugualmente.
«Ciao». Disse qualcuno dall'altro lato.
«Pronto chi parla». Chiese non riconoscendo quella voce strana, ma familiare.
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