È assolutamente vietato copiare il contenuto dei post incentrati sulle mie storie. Tuttavia potete copiare la sinossi e condividere sui vostri blog la data d'uscita dei capitoli successivi.
"Il titolo di questa puntata è in inglese, è riprende il titolo della storia. Scusate per il ritardo, ma è natale e tra cene e cenoni, non riuscivo a trovare il tempo. Buon natale a tutti!.
Fatemi sapere se vi piace questa storia, se avete da criticare, fatelo pure, perché le critiche sono costruttive. Mi piacerebbe ricevere un vostro giudizio. Grazie per aver letto questa storia. Ciao e non perdetevi la prossima puntata il 31 Dicembre".
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CAPITOLO 8: 25 DICEMBRE – IT’S CHRISTMAS TIME
Verso
le nove, quando finì di registrare il video, si ritrovarono tutti quanti in
cucina. Era la sera del quindici dicembre e mancavano esattamente dieci giorni
a natale.
Tutti
quanti erano più sereni, c’è l’avevano fatta e per quanto nei giorni successivi
avrebbero dovuto lavorare ventiquattrore su ventiquattro, dandosi il cambio,
per dormire e mangiare, sapevano che questo era il prezzo da pagare, per
strappare a tutti un sorriso la mattina del venticinque dicembre.
Per
quanto sarebbe stato stancante fare tutto ciò, lì, in mezzo a quella stanza
sorridevano, sorridevano di gioia.
Avevano
davanti a loro delle giornate molto pesanti e lavorative, che, però sarebbero
state ricambiate dai sorrisi della gente, mentre aprivano i loro regali.
La
troupe tecnica della televisione raccolse le sue cose e dopo una ventina di
minuti, se ne andò.
Nel
frattempo l’elfo domestico, all’insaputa di tutti, aveva deciso di fare una
cena per festeggiare il lieto evento.
Durante
il pomeriggio, con l’aiuto di altri elfi, quelli che non erano impegnati nel
confezionare regali, era andato al supermercato per comprare tutto il
necessario per fare una bella cena.
Quando
era ritornato a casa, s’era subito dato da fare, tra pentole e fornelli. Aveva
preso tutto il necessario per fare una bella cena, per festeggiare il loro
successo.
Aveva
perfino messo una tovaglia rossa sopra il tavolo e aveva tirato fuori il loro
servito migliore di piatti, bicchieri e posate.
Tutto
procedeva per il meglio; avrebbe avuto tutto il tempo a disposizione per
cucinare.
Prima
preparò una salsa di carne e la besciamella, per fare le lasagne. Non appena fu tutto pronto, si mise a
comporre la lasagna, strato dopo strato.
Prima
di infornarla, attese che il forno fosse bello caldo, dopo le mise dentro e
caricò il timer.
Nel
frattempo si mise a fare il magro, infarcendolo ai lati con delle verdure e
delle spezie tritate; dopo, mise a cuocere anche quello.
Tagliò
le patate e le mise a cuocere nell’olio.
Tagliò
anche l’insalata e la mise in una grande ciottola, senza condirla.
Aveva
lavorato tutto il pomeriggio, soltanto per fargli una sorpresa; non vedeva
l’ora di vedere l’espressione delle loro facce, nel trovare tutto questo ben di
dio.
Si
mise ad apparecchiare la tavola, mettendo il piatto fondo sotto quello steso,
mise le posate secondo l’ordine del galateo, i bicchieri davanti ai piatti e un
candelabro di candele rosse al centro della tavola.
«Ho
fame». Disse Henry a Claus, ormai si davano del tu, erano diventati molto
amici.
«Che
cosa c’è per cena?». Gli chiese, mentre stava seduto su un tappeto davanti al camino, con le gambe incrociate e
un libro tra le mani.
«Non
lo so». Disse, mentre lasciava quella stanza.
«Ora
vado a cambiarmi e dopo, andiamo a mangiare». Disse ancora, mentre si trovava
di fronte alla scala.
Quando
entrarono in cucina, non si sarebbero mai aspettati tutta quella tavola
addobbata a festa.
«Uauuuuu!».
Esclamarono tutti in coro.
«Festeggiamo
la nostra vittoria con una bella cena». Disse l’elfo cuoco.
Dopo,
tolse le lasagne dal forno e cominciò a tagliarle in modo da fare le porzioni
per tutti quanti.
«Ho
pensato anche agli elfi e quando finiranno il loro turno, verranno anche loro a
festeggiare. Gli ho anche chiesto se potevano smettere di lavorare per
un’oretta, ma loro mi hanno risposto che non potevano farlo». Gli spiegò l’elfo
cuoco.
Claus,
Sulac e i tre ragazzi si misero a tavola e l’elfo accese le candele con un
accendino, dopo, spense la luce centrale per lasciare accesa qualche piccola
luce che si trovava lungo il bancone della cucina.
L’ambiente
era illuminato dalla luce delle candele, che riuscivano a rendere l’ambiente
ancora più suggestivo.
Mangiarono
tutto quanto, arrivando perfino a leccarsi i baffi, dalla bontà del cibo che
aveva preparato l’elfo cuoco.
Erano
sazi e pronti per andare a dormire, visto che il mattino seguente avrebbero lavorato
come matti.
«Buona
notte, ragazzi». Disse Claus, mentre s’alzava da tavola per raggiungere la sua
camera da letto, che si trovava vicino a quella dei ragazzi.
Dopo,
mise la sedia accanto al tavolo.
«Grazie
della cena». Disse Claus all’elfo cuoco.
«Sono
felice che ti sia piaciuta». Gli rispose l’elfo cuoco.
«Ringrazia,
gli altri elfi che mangeranno dopo di noi». Gli disse ancora.
«Ma
certo». Disse con un sorriso.
Tutti
quanti s’alzarono da tavola per raggiungere le loro camere.
Salirono
insieme le scale e quando si trovarono sulla soglia delle loro camere, si
salutarono e dopo, si sorrisero a vicenda.
«Buona
notte ragazzi». Gli disse Claus.
«Buona
notte a tutti». Disse Sulac.
Aprirono
la loro porta e dopo, si voltarono verso di loro.
«Buona
notte anche a voi». Gli risposero in coro.
Non
appena i ragazzi entrarono nella loro stanza, si misero il pigiama. Dopo accesero
i loro computer portatili e anche quello che era in quella stanza, per
controllare la posta elettronica.
Non
avevano ricevuto la posta dai loro genitori.
Poco
prima d’andare a letto si misero a controllare gli account facebook, YouTube e twitter
di Claus.
S’accorsero
che gli iscritti del canale YouTube erano aumentati, i mi piace alla pagina facebook
erano aumentati e anche i followers di Twitter avevano fatto altrettanto.
Si
misero ad aggiornare la pagina facebook.
“Ragazzi, Claus ha appena finito
d’andare in onda. Vi è piaciuto?, vi ha convinti a mandare a Claus le cose che
non usate più?”.
Cinque
minuti dopo l’indirizzo di posta elettronica di Claus, fu invaso da tutte
quelle persone che stavano commentando quel post, migliaia, su migliaia di risposte,
tanto che il programma per il controllo delle e-mail, s’aggiornava ogni
secondo. Tante risposte in diverse lingue, ma con i cuori uniti alla richiesta
di Claus.
Ogni
tanto rispondevano a quelle in italiano e in inglese, non potevano rispondere a
tutti.
“Domani troverete il video di Claus,
montato da noi, per farvi vedere la giornata di Claus. Ora invece caricheremo
sul canale YouTube di Claus, il video che è andato in onda in televisione”.
Aprirono
il canale YouTube e dopo aver fatto l’accesso, si misero a caricare il video
che gli aveva consegnato la troupe televisiva.
Ci
sarebbe voluta qualche ora, così decisero di lasciare il computer acceso per
fargli caricare il video di notte.
Spensero
gli altri computer e andarono a letto.
Al
mattino dopo, si svegliarono e dopo essersi vestiti, controllarono subito il
video che avevano caricato la sera prima d’andare a letto.
Il
video si era caricato perfettamente, le visualizzazioni erano tantissime e
sarebbero aumentate nel corso della giornata.
«La
registro io la tipica giornata di Claus, visto che io sono più bravo in queste
cose tecnologiche». Disse a tutti quanti e dopo, prese la sua reflex dal suo bagaglio
a mano.
Per
questo giorno non avrebbe aiutato Claus, come i suoi due fratelli, ma avrebbe
passato l’intera giornata ha firmarlo.
Scesero
le scale per andare a fare colazione in cucina.
Claus
aveva già finito di fare colazione e dopo essersi lavato la faccia e le mani,
sentì suonare il campanello.
S’avvicinò
alla porta e prima d’aprirla, indossò la sua giacca. Dopo aver aperto la porta,
s’accorse che al di la del cancello c’era il suo postino preferito.
«Ciao».
Gli disse Claus.
«Ciao,
ieri ti ho visto in televisione». Gli disse, mentre nel frattempo apriva le
porte del suo furgone.
«Già».
Ammise con un sorriso, mentre lentamente s’avvicinava verso il cancello.
«Alla
fine c’è l’hai fatta a salvare il natale, ma te lo avevo già detto che ci
saresti riuscito». Gli disse.
Claus,
aprì il cancello per andargli in contro e dall’emozione, dai suoi occhi caddero
delle lacrime.
«Già,
ma non da solo, grazie ai miei elfi, a mio fratello e quei tre ragazzi che ieri
ai visto in tv».
Il
postino prese alcuni sacchi tra le mani e dopo, se li caricò sulle spalle.
«Altre
lettere?». Gli chiese Claus, non appena vide che il sacco era bello grosso.
«Sì
e non solo, questi altri sacchi pesano tantissimo». Gli disse.
«Allora,
mi hanno spedito le cose che non usano più». Disse, con gli occhi pieni di
felicità; allora le persone avevano accolto la sua richiesta.
«Sì».
Claus
aiutò il postino a portare tutti quei sacchi in casa, sulla faccia aveva un
sorriso, che esprimeva tutta la sua felicità.
Dopo
aver portato tutti i sacchi dentro la casa di Claus, il postino se ne andò,
salutandolo.
«Che
c’è?». Chiese Henry a Claus.
«Sono
arrivate le prime cose dalla gente». Disse indicandogli i sacchi con un dito.
«Cosa
credevi». Disse William, mentre sorseggiava il suo caffè e latte.
«Sulla
tua pagina facebook abbiamo ricevuto moltissime risposte di persone che sono
disposti ad aiutarti». Gli disse e dopo, dalla tasca dei pantaloni, tirò fuori
il suo cellulare per far vedere a Claus tutti i messaggi che aveva ricevuto.
Claus
prese il cellulare in mano e si mise a scorrere tutti quei messaggi, che
sembravano essere infiniti; ogni tanto, mentre li scorreva, ne leggeva
qualcuno. Non aveva tempo da perdere, non poteva leggere tutti quei messaggi,
ma dopo natale, l’avrebbe fatto, anche ringraziandoli uno per uno; perché ogni
messaggio, per quanto semplice, rappresentava un oggetto donato da una persona.
Tutti
quanti si dettero da fare fin da subito,
non c’era tempo da perdere, mancava poco meno di una settimana a natale.
Il
tempo era prezioso e anche un secondo perso, sarebbe stato importante.
Non
si perdevano d’animo e si fermavano soltanto per mangiare, per dormire e per
lavarsi.
Daniel
passò tutto il tempo ha filmare Claus e i suoi elfi, per poter far vedere alla
gente come lavorava Claus.
«Che
fai?». Chiese Claus vedendolo, con la reflex in mano.
«Sto
registrando, per poi in serata montare il video, in modo da far vedere alla
gente che lavori sodo per tutti e convincere ancora più gente a donarti le cose
che non usano più». Gli rispose.
Claus
sorrise, mentre stava impacchettando un regalo.
«Allora
continua pure!». Gli rispose.
Henry,
che non era tanto bravo nel fare pacchi, imparò grazie alla pazienza di un
elfo.
Henry
si divertiva, anche se sentiva addosso un po’ di stanchezza.
Nel
frattempo, al computer c’erano due elfi che controllavano la posta ogni cinque
minuti, per aggiornare l’elenco dei regali che voleva la gente.
Degli
altri elfi si dedicavano a stampare i loghi delle marche che poi avrebbero
messo dentro ai regali; infatti, l’elfo contabile era riuscito a contattare
moltissimi sponsor.
C’era
anche qualche elfo che andava a comprare le materie prime, infatti, stavano
continuando a costruire i regali.
Avevano
stabilito dei turni per ottimizzare meglio il tempo.
Verso
l’ora di pranzo suonarono alla porta, Claus lasciò la sua postazione di lavoro,
dove era impegnato già da molte ore a impacchettare i regali e a scriverci
l’indirizzo.
Si
mise la maglia e lentamente s’avviò verso la porta d’ingresso. Dopo, quando si
trovò di fronte alla porta, l’aprì e non si sarebbe mai aspettato quello che
vide davanti ai suoi occhi, un fiume di persone, lì, davanti a lui.
Tutta
quella gente, s’era messa in fila per consegnare di persona a Claus le cose che
non usavano più. Qualcuno aveva perfino fatto tante ore di macchina, per
consegnarli di persona il regalo, perché credevano in quello che stava facendo
Claus.
Non
appena vide tutta quella gente, Claus si commosse, d’altronde le emozioni non
le puoi imprigionare, quando vengono direttamente dal cuore.
«Questo
è per te». Disse un bambino, dopo aver allungato il braccio per dargli la cosa che non gli serviva più.
Claus
gli sorrise e gli passò una mano tra i capelli, in un modo veramente
affettuoso.
«Grazie».
Gli rispose.
«Ti
voglio aiutare». Disse il bambino che avrà avuto sì e no, una decina di anni.
«Anche
noi». Dissero tutte quelle persone in coro. Tante persone centinaia o forse di
più, che avevano aperto la bocca per dire le stesse parole del bambino.
La
fila cominciò a scorrere e tantissime persone gli lasciarono le loro cose che
non usavano più. La fila era talmente lunga che Claus non riusciva a vedere la
fine. Scorreva lentamente, tuttavia, sembrava non finire mai, forse sempre più
gente veniva a portare le cose a Claus.
Era
passata almeno un’ora e la fila, non sembrava finire, ma Claus, non poteva
stare li, perché aveva molto da fare.
Le
persone che lo volevano aiutare, le faceva entrare dentro la sua casa e li
affidava a un elfo, che poi li smistava e li affidava ad altri elfi.
Grazie
all’aiuto di tutte queste persone, Claus riuscì a confezionare più regali del
previsto.
Era
ormai passata la mattinata e arrivata l’ora di pranzo, così Claus decise di
lasciare la sua postazione e di far venire al suo posto un elfo che avrebbe
iniziato da poco il suo turno di lavoro.
Nel
frattempo, l’elfo cuoco s’era messo a cucinare per tutti, aveva trascorso tutta
la mattinata in cucina, perché le bocche da sfamare sarebbero state veramente tante.
«Ho
fame». Disse Henry, mentre stava entrando dalla cucina. Dopo, s’avvicinò al
tavolo per mettersi a sedere.
«È
pronto». Gli comunicò l’elfo cuoco.
Tutti
e tre i fratelli avevano l’acquolina in bocca.
«Avete
finito il vostro turno?, per oggi?». Gli chiese Claus.
«Già!».
Esclamò William, mentre si stava stirando sulla sedia, allungando le braccia
verso il muro. Dopo, chiuse gli occhi e incominciò a sbadigliare.
Nel
frattempo, l’elfo cuoco si mise a scolare la pasta.
«Quest’anno
non abbiamo ancora addobbato la casa, perché tutte le nostre energie e il
nostro tempo, erano impegnati nel salvare il natale. Vi andrebbe di farlo?,
avete campo libro e potete addobbare come vi pare?». Gli chiese Claus.
«Certo,
lo faremo volentieri». Disse William e Henry annuì.
«Io,
invece continuo a filmare». Disse Daniel.
«Certo,
poi voglio vedere il video».
Si
misero a mangiare e quando finirono, ognuno tornò al proprio compito.
Era
molto stancante lavorare con questi ritmi, ma dopo il venticinque avrebbero
avuto molto tempo per dormire e recuperare tutte le energie.
William
e Henry andarono in garage a prendere tutti gli addobbi che Claus aveva messo
accuratamente negli scatoloni chiusi con lo scotch.
Li
aprirono e cominciarono a decidere il da farsi; prima avrebbero addobbato
all’esterno e dopo, all’interno.
Incominciarono
a mettere dei tranci finti d’abete sulle porte, per poi addobbarli con palline
e lampadine colorate.
Si
stavano divertendo molto, perché anche a casa loro adoravano addobbare, a
differenza di Daniel, che non aveva pazienza per fare queste cose.
Non
avevano ancora finito d’addobbare all’esterno, infatti, decisero di mettere le
luci e le palline agli alberi che si trovavano nel giardino di fronte alla casa
di Claus.
Quando
finirono con le luci, le accesero e grazie al buio della sera, s’accorsero d’aver
fatto proprio un bel lavoro. L’ambiente era molto suggestivo, non era pacchiano
come quelli che mettono quelle luci al passamano delle scale o ai balconi.
Quello
che avevano creato era così bello, perché il colore delle luci si contrastava
al bianco della neve e si riflettevano sulla neve.
Nella
scatola trovarono anche un babbo natale di quelli da mettere fuori che sembra
che si arrampichi alla casa; così decisero di agganciarlo alla ringhiera del
terrazzo. Questo babbo natale aveva delle luci, in modo da poterlo vedere anche
di notte.
Erano
molto soddisfatti del lavoro che avevano fatto.
Dopo,
decisero di passare ad addobbare anche l’interno. Ritornarono in garage per
prendere tutti gli scatoloni e portarli in casa.
All’esterno
la temperatura stava diventando sempre più gelida e già da qualche ora, il sole
aveva fatto posto alla luna, così splendente che riusciva a illuminare tutto
quello che aveva sotto di se.
Si
tolsero i giacchetti e tutta quella lana che avevano addosso e l’attaccarono
all’appendi abiti, che si trovava di fianco alla porta.
Montarono
l’albero unendo i vari pezzi e dopo, aprirono bene tutti i rami. Quando si
resero conto che tutti i rami erano belli aperti, presero le luci colorate e cominciarono
a metterle, girando intorno all’albero. Dopo, l’accesero per notare l’effetto
che faceva al buio e successivamente,
accesero la luce per vedere se avevano lasciato qualche spazio vuoto.
S’avvicinarono
alla scatola che conteneva le palline tutte colorate, di ogni forma e sia in
vetro che in plastica.
Cominciarono
a mettere le palline sparse per tutto l’albero. Avevano deciso di fare un
albero tutto colorato, perché il colore mette molta allegria.
Henry
prese la punta dorata e William lo prese in collo, per permettergli di infilarla
in cima all’albero.
Dopo
addobbarono l’albero con dei fili d’angelo, che dalla cima dell’albero,
s’estendevano fino a terra.
Andarono
a chiedere a un elfo, se aveva dei giornali vecchi da buttare.
Tornarono
in salotto, con i giornali vecchi e altre carte che Claus avrebbe buttato via.
Si
misero a sedere per terra e incominciarono ad accartocciare la carta. Si
divertivano e si sorridevano, tanto che a volte, per scherzare si tiravano le
carte.
Misero
la carta accartocciata vicino alla base dell’albero e dopo, presero i fogli di
carta del presepe, quelli sarebbero andati a formare le montagne e la pianura
del presepe e li accartocciarono per farli sembrare più veri. Dopo, li stesero sopra la carta accartocciata
e quando furono soddisfatti della loro disposizione, li fermarono con un po’ di
scotch trasparente.
Incominciarono
a piazzare la capanna grande: quella in cui c’era Gesù, Giuseppe, Maria, il bue
e l’asinello.
Dopo,
piazzarono tutti i personaggi che avevano trovato in una scatola, mettendo
anche le casine fatte di legno, gli alberi e altri piccoli oggetti che lo
avrebbero reso ancora più bello.
Aggiunsero
anche tutti quei pezzi del presepe che erano in movimento come: la fontana,
il forno, il mulino e altre piccole
cose.
Dopo,
misero anche le luci, ben posizionate, in modo da risaltare al meglio ogni
piccolo particolare.
Sopra
il camino misero un trancio d’albero illuminato da delle luci bianche e sotto
appesero delle calze; grazie allo scintillio delle fiamme del camino, quella
stanza era diventata ancora più bella e suggestiva.
Erano
soddisfatti di tutto quello che avevano fatto, anzi non appena accesero tutte
le luci, rimasero affascinati da quello che si trovarono davanti ai loro occhi.
Verso
l’ora di cena Claus smise di confezionare i regali e lasciò il posto agli altri
elfi che avrebbero preso il suo posto; anche le persone che l’avevano aiutato
durante il giorno, se ne erano andati.
«Avete
finito d’addobbare». Chiese Claus ai ragazzi.
«Certo,
guarda». Gli dissero.
Claus
andò in giro per la casa per vedere gli addobbi e dopo, uscì velocemente di
casa per vedere che cosa avevano combinato all’esterno.
«Avete
fatto un lavoro bellissimo». Disse a Henry e William e dopo, si voltò verso di
Daniel.
«Hai
finito con quella… macchina fotografica». Gli chiese.
«Si
chiama reflex, comunque, sì, ho finito, dopo cena lo monterò e lo caricherò
durante la notte». Gli rispose.
«C’è
così tanto da imparare da voi ragazzi». Disse e i tre ragazzi gli sorrisero.
Dopo
cena, Daniel montò il video e lo mise a caricare sul canale di Claus.
Tutti
i giorni facevano sempre le stesse cose, si svegliavano, facevano colazione,
pranzo e cena e poi, andavano a confezionare i regali. Le persone gli portavano
i regali a mano e restavano ad aiutarlo.
A
pochi giorni dal venticinque dicembre, incominciarono a mettere tutti i regali
già confezionati nel sacco che Claus aveva già posizionato sopra la sua slitta.
«Come
fai a mettere tutti quei pacchi in un sacco?». Chiese Henry a Claus, mentre lo
aiutava a mettere i pacchi dentro il sacco.
«È
una magia». Gli rispose e Henry mise il broncio, perché Claus non aveva
risposto alla domanda.
Posizionò
un pacco e poi, Henry lo guardò cadere e diventare sempre più piccolo, quasi
come un puntino.
«Cosa
succede ai pacchi?, la borsa non ha un fondo». Gli chiese.
«No,
è come quella di Mary Poppins». Gli disse.
«Conosci
il film?, vero?». Gli chiese.
«Certo,
come fai a fare il giro del mondo in pochissimo tempo?». Gli chiese ancora.
Claus
smise di mettere i regali nel sacco e si fermò a osservarlo per qualche
istante.
«Di
notte, quando tutti dormono, il tempo si ferma e nessuno se ne accorge, ma in
realtà, le persone, la notte tra il ventiquattro e il venticinque dormono molto
di più».
«Che
figata!». Esclamò Henry e dopo, continuò a mettere i regali dentro al sacco.
Dopo,
si fermò, si voltò verso le renne, che in quel momento stavano mangiando l’erba
e poi, guardò Claus negli occhi.
«Come
fanno le renne a volare?». Gli chiese.
«Certo
che sei curioso!». Esclamò e dopo, sorrise.
«È
una magia, la magia del natale, però visto che sei te, ti rivelerò il segreto.
Grazie a una polvere magica come quella che usa Peter Pan per volare nell’isola
che non c’è». Gli disse.
«Wow!,
che figata!, ma dove la trovi la polvere?».
«Questo
è un segreto!». Gli rispose con un sorriso.
«Te
e i tuoi fratelli, dovete andare ora dal mio sarto». Disse Claus, dopo aver
guardato il suo orologio da polso.
«Perché?».
Gli chiese.
«Farete
il giro del mondo con me e sarete vestiti con me». Gli disse.
«Che
figata!». Esclamò Henry.
Henry
corse subito a chiamare i suoi fratelli e dopo, tutti e tre se ne andarono dal
sarto che, gli prese le misure per confezionarli l’abito
Dopo,
se ne andarono e ognuno ritornò a fare il lavoro che aveva interrotto.
Dopo
cena si provarono gli abiti che gli avevano confezionato i sarti. Gli stavano a
pennello e sembravano dei piccoli babbi natali.
Nei
giorni successivi, facevano sempre le stesse cose, fino a quando arrivò la
notte del ventiquattro dicembre. Si lavarono e dopo, si misero il vestito rosso
da babbo natale.
Nel
frattempo, un elfo aveva pulito la slitta di Claus.
«Siete
contenti?, tra poco si parte». Gli chiese Claus.
«Certo».
Risposero in coro i tre fratelli.
Quando
calò la notte e la luna si trovò alta nel cielo, salirono a bordo della slitta
per affrontare, insieme a Claus, il viaggio più mitico del mondo.
Si
alzarono lentamente da terra e lasciarono dietro di loro, una scia mista tra il
celeste e un bianco tendente al giallo.
S’accorsero
subito che il tempo s’era davvero fermato. Perché le persone e le poche auto
che erano in giro si muovevano molto più lentamente.
Visitarono
tutti i continenti: l’Europa, l’Asia, l’africa, l’Oceania e l’America.
Tante
culture diverse, tanti luoghi diversi, che però, per una volta, i loro cuori battevano
per Claus: il vecchietto simpatico che portava i regali.
Passavano
di casa in casa, calandosi dai camini, lasciavano i regali, mangiavano il cibo
che gli avevano lasciato e dopo, se ne andavano.
Si
stavano divertendo come pazzi. Sarebbe stato il sogno di ogni bambino, quello
di compiere il viaggio insieme a lui.
Ora
potevano dire di aver girato tutto il mondo a bordo di una slitta e tutti i
loro amici, sarebbero stati invidiosi di quello che avevano fatto.
Sorridevano
in continuazione, soprattutto quando Claus passava dai camini e ci rimaneva un
po’ incastrato.
Fecero
il giro del mondo e il cielo era sempre scuro, perché passando di nazione in
nazione, cambiava il fuso orario e di conseguenza, il loro viaggio sarebbe
durato la bellezza di ventiquattro ore.
Non
si sentivano per niente stanchi, perché, quando fai qualcosa che ti piace,
l’euforia prende il sopravvento sugli occhi, che lentamente, tenderebbero a
chiudersi.
Quando
tornarono a casa era già mattina inoltrata.
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