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venerdì 12 maggio 2017

ACROSS THE WORLD'S: LA LEGGENDA PERDUTA - CAPITOLO 4.1 - UNA MEZZA VERITÀ

ACROSS THE WORLD'S: LA LEGGENDA PERDUTA

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TRAMA:
Alison si era sempre sentita diversa da tutti, si poneva domande strane e sapeva di non vivere la sua vita. Si sentiva abbandonata a un destino non del tutto suo, come se qualcuno o qualcosa avesse interferito nella sua vita e i suoi sogni la spaventavano così tanto da farla svegliare di soprassalto nel cuore della notte.

Da bambina incontrò un ragazzo molto stano che avrebbe spaventato tutti quanti, ma non lei, che vedeva in lui qualcosa di magico; si sentiva uguale a quel ragazzo. Con il passare degli anni, ripensava in continuazione a quel ragazzo; una parte di lei, quella più profonda, sapeva che avrebbe potuto darle le risposte alle sue domande.

Allora non lo sapeva ancora, ma quell'incontro avrebbe stravolto per sempre la sua vita.Si sente sola e persa, fino a quando verrà salvata da Justin un ragazzo per certi aspetti molto simile a lei. Le loro vite diverse si fonderanno e insieme troveranno la forza di lottare in un mondo che con il passare del tempo sta diventando sempre più crudele. Un minaccia dietro l'angolo rischierà di oscure le loro vite. Riusciranno a sopravvivere? e a sconfiggere il male che si sta risvegliando?. Saranno in grado di lottare e di farsi carico di un destino scritto dalla notte dei tempi?.
  
AGGIORNAMENTI FISSI: sul mio profilo wattpad (iresbrando)
  
  - LUNEDÌ ---  ORE 21:30
  
  - MERCOLEDÌ -- ORE 21:30
  
  - VENERDÌ  -- ORE 21:30
  
  - DOMENICA  -- ORE 21:30

Se ti sei perso/a il terzo capitolo te lo lascio qui:

Si risvegliò e tentò di aprire gli occhi ancora assonnati. Nella testa non sentiva niente; era come se fosse vuota. Si sentiva strana, come se non lo fosse già stata; ma questa volta c'era qualcosa di diverso. Si sentiva tremendamente stanca, come se avesse fatto una maratona.
Riuscì a sentire un odore strano e sconosciuto. Annusò nuovamente e si poté così rendere conto di non conoscerlo affatto. Dove si trovava ora, c'era un odore d'incenso ancora acceso. Non era un cattivo odore, ma non riusciva a capire perché dove si trovava adesso, ci fosse quell'odore così insolito.
Non riusciva ad aprire gli occhi, perché era stanca, anche se, avrebbe voluto vedere dove si trovava; forse nella nuova casa, ipotizzò.
I suoi bracci e le sue gambe, le sembravano cosi pensanti, quando provava ad alzarli; era come se al posto degli arti avesse quattro blocchi di cemento; ma ciò non la spaventò minimamente.
Si rigirò nel letto, per provare a riaddormentarsi e lentamente, sprofondò nuovamente in un sonno profondo. Durante il sonno, le apparvero in sogno dei ricordi dei giorni passati; ma non riuscì a capirli, perché erano così veloci come dei flash back. I ricordi erano spezzettati come i pezzi di un puzzle, tanto che con il sonno che aveva addosso e il mal di testa, le era impossibile provare a darne un senso.
Prima d'addormentarsi, guardò ancora intorno alla stanza e non riuscì a capire bene dove si trovasse. Quell'arredamento, non le era molto familiare. Ipotizzò d'essere nella casa nuova, ma non ne poteva essere certa al cento per cento. In un primo istante, pensò di chiamare i suoi genitori, ma non sapendo che ore fossero, non voleva certo correre il rischio di svegliarli.

Si trovava al centro di un letto a baldacchino. Ai due lati della stanza c'erano due grosse librerie piene di libri. A lato della libreria, c'era un grande armadio guardaroba. Al centro della stanza c'era una scrivania, con un computer fisso e uno portatile, dei fogli e un porta cancelleria.
Dalla finestra appena aperta, entrava un piccolo fascio di luce che illuminava leggermente tutta la stanza. Volgendo la faccia verso la finestra poteva sentire l'odore dell'erba bagnata.
Al di la della finestra intravedeva un piccolo giardino, molto curato.
Non si ricordava più niente, sapeva solo che aveva intrapreso il viaggio per scappare di casa; ma dopo quel fatto, vedeva tutto buio. Più cercava di ricordare e più sentiva un forte dolore alla testa.
Quella voce che sentiva sembrava essere sparita; da un lato era felice, ma dall'altro era molto dispiaciuta. Nella sua testa c'era un silenzio assoluto; da quanto tempo non sentiva più tutto questo silenzio?. Da tanto tempo, si rispose. S'era affezionata a quella voce. Sembrava strano da dirsi, ma quella voce sarebbe potuta diventare un buon amico, che la istradava per compiere le scelte giuste. Che fine aveva fatto la voce che sentiva nella sua testa?. Decise di chiamarla.
"Ehi, riesci a sentirmi". Non le rispose.
Dopo qualche minuto decise di riprovare.
"Ehi, riesci a sentirmi, ora penso d'essere al sicuro". Non le rispose neanche questa volta.
Come quella voce era arrivata, magicamente se n'era andata e di questo, un po' se ne rammaricava. Sentiva un vuoto dentro di se, come se quella voce avesse portato via una parte di lei.
Con quella voce avrebbe potuto parlare di tutti i suoi problemi più strani, ma non aveva avuto il tempo per farlo, perché era troppo impegnata a scappare. Quella voce era come un amico, al quale poteva raccontare tutto quello che le passava per la testa e che si vergognava a raccontare a chiunque altro.
Dormì per un'altra oretta. 
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