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martedì 6 gennaio 2015

RECENSIONE FILM (3) – HUGO CABRET


SCHEDA DEL FILM:

USCITA: 3 febbraio 2012
PAESE: USA 2011, 127 minuti
ATTORI: Asa Butterfield, Chloë Grace Moretz, Ben Kingsley: Georges Méliès, Sacha Baron Cohen, Jude Law, Christopher Lee, Helen McCrory, Michael Stuhlbarg, Marco Aponte, Emily Mortimer, Ray Winstone, Frances de la Tour, Richard Griffiths, Ben Addis, Robert Gill, Emil Lager, Kevin Eldon
REGIA: Martin Scorsese
SCENEGGIATURA: John Logan
PRODUZIONE: GK Films
GENERE: avventura, fantastico, drammatico
MUSICHE: Howard Shore
BASATO SUL LIBRO: La straordinaria invenzione di Hugo Cabret




TRAMA:
Hugo Cabret è un orfano dodicenne che vive nascosto in una stazione ferroviaria della Parigi degli Anni Trenta. Quando gli muore anche lo zio, manutentore degli orologi della stazione, il ragazzo è costretto a rubare ciò che gli serve per sopravvivere. Di suo padre gli è rimasto un robot giocattolo trovato nella soffitta di un museo, dimenticato chissà per quanto tempo e miracolosamente sfuggito all'incendio nel quale l'uomo ha perso la vita. Tra l'automa da riparare e Hugo s’instaura così un rapporto speciale, una relazione dai risvolti misteriosi che sembra metterlo in contatto con l’anima del papà. In realtà l'automa è stato costruito da Georges Méliès con cui si mette in contatto il ragazzo. Méliès ha abbandonato l'attività cinematografica per difficoltà di capire i cambiamenti commerciali intervenuti nel mondo del cinema. Il film racconta la storia romanzata della riscoperta e del riconoscimento dell'opera di Méliès da parte delle autorità ufficiali e della critica cinematografica.

TRAILER



RECENSIONE:
Un film veramente bello e appassionante, dove minuto dopo minuto, vorreste solo sapere come va avanti questa storia. Una storia molto avvincente e forse più adatta a pubblico di bambini, tuttavia adatto anche a persone più grandi e in grado di cogliere degli aspetti che un bambino non capirebbe.

Il protagonista di questa storia si chiama Hugo Cabret e a causa di un incendio, perde il padre e va a stare da suo zio. Lo zio è un personaggio davvero odioso e un ubriacone. 

Hugo aveva un legame speciale con il padre, infatti insieme accomodavano gli orologi e tutte le meccaniche.
Si trasferisce con lo zio alla stazione di Parigi, dove gli impedirà di andare a scuola e gli imporrà di fare la manutenzione degli orologi. All’improvviso lo zio sparisce e Hugo per non andare all’orfanotrofio è costretto a fare la manutenzione degli orologi, per non fare notare a nessuno l’assenza di suo zio e a rubare per sopravvivere.

Questa è la trama e può sembrare abbastanza semplice, tuttavia, racchiude dentro di se dei messaggi veramente belli, che mi hanno fatto riflettere molto mentre guardavo questa film.

Hugo, lavorava insieme al padre per mettere a posto un automa, che una volta sistemato, avrebbe scritto un messaggio in codice. Questa cosa, diventa un po’ l’obbiettivo di questa sua nuova vita, scoprire il messaggio che gli aveva lasciato suo padre. L’automa rappresenta un qualcosa che lo lega a suo padre.

Ci dedica veramente tanto tempo a sistemare quell’automa, ma non riesce a farlo funzionare, perché farlo azionare c’è bisogno di una chiave a forma di cuore. Per sostituire i pezzi difettosi, decide rubarli ad negozio che si trova nella stazione. Il proprietario, lo scopre e lo minaccia di chiamare la guardia e per questo Hugo, è costretto a svuotare le tasche e a riconsegnargli quello che aveva rubato e anche un taccuino dove aveva scritto tutte le informazioni per sistemare quell’automa.

Quando il venditore, Georges Méliès si ritrova tra le mani quel taccuino rimane sbalordito e lo spettatore incomincia a incuriosirsi alla storia. Chiedendosi appunto, quale sia il legame tra Hugo e Georges o perché era perplesso alla vista di quel taccuino. A tutte queste domande troverete le rispose durante il film.

Hugo, è un bambino molto forte e testardo e quando s’accorge che Georges non gli avrebbe ridato il taccuino decide di seguirlo fino a casa, nonostante il freddo di una Parigi notturna. Così gli va dietro, ma non riesce a ottenere indietro il taccuino. In questo momento farà la conoscenza della figlia di Georges, Isabelle. Infatti lei gli promette di non fargli bruciare il taccuino. Se da un lato Hugo è un personaggio molto forte, dall’altro lato e anche molto diffidente verso chi non conosce. Isabelle è un personaggio pieno di fantasia, perché leggendo s’imbatte in molte storie avventurose e prende questa storia dell’automa di Hugo, come una di quelle storie avventurose scritte nei libri che legge.

Il rapporto che si viene a creare tra Hugo e Isabelle è una delle cose più belle di tutta la storia. Quel legame di complicità, come fanno appunto i bambini. Si coprono le spalle a vicenda, facendoci un po’ ricordare com’eravamo noi da bambini.
Del personaggio di Hugo, mi ha colpito molto la sua forza, perché nonostante non abbia più le istruzioni per sistemare il suo automa, si metterà ugualmente a sistemarlo.

Anche George è un personaggio che mi ha colpito, quel suo lato burbero, nasconde in realtà una persona molto triste e fragile.

È un film molto bello per il messaggio che cerca di dare allo spettatore: non mollare anche le cose si fanno difficili e non cancellare i tuoi ricordi anche se ricordare ti fa stare male.

Mi voglio soffermare un attimo sulla qualità del film. È un film in 3D e quando all’inizio, c’è un inquadratura dove il regista ci fa vedere il corridoio della stazione, il 3D era così fatto bene che mi sembrava quasi che le persone uscissero dagli schermi e che mi venissero incontro.
La scenografia è molto dettagliata e davvero splendida, curata fino ai minimi dettagli.
Anche le musiche di sottofondo, non sono niente male e riescono a enfatizzare meglio le scene.

Le scene più divertenti, sono state quelle con Ispettore ferroviario Gustav, che tentava di ricorrere Hugo, ma all'improvviso, gli si bloccava sempre il tutore in ferro che teneva al ginocchio.
Il resto del film e incentrato su quello che disegnerà l’automa e Hugo e Isabelle saranno impegnati a scoprire questo legame. Non vado oltre, non voglio svelarti il resto del film. Da questo momento in po’ il film sarà una scoperta dopo l’altra e così, ti accompagnerà fino alla fine.
Questo film è tratto da un libro intitolato "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick". Quello che so che in questo libro ci sono dei disegni bellissimi. 
Qualcuno di voi l’ha letto?. Fatemelo sapere qui sotto nei commenti. L'avete visto anche voi questo film?, fatemelo sapere nei commenti qua sotto.

2 commenti:

  1. il film era piaciuto anche a me... il romanzo mi sa un po' meno :3 non mi aveva lasciato molto... le immagini però si.. sono meravigliose ^^ ti lascio il link della mia mini recensione qui ^^http://neversaybook.blogspot.it/2014/10/recensione-la-straordinaria-invenzione.html

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    1. Ciao, il film mi è piaciuto molto, sono curiosa di leggere il libro. Poi passo a leggere la tua recensione.

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