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martedì 25 aprile 2017

VIVRÒ SOLO PER TE - CAPITOLO 5.1 - UNA FINE INASPETTATA


VIVRÒ SOLO PER TE

VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE


TRAMA:
Harry frequenta le superiori, sta insieme alla sua ragazza Virginia da due anni. È innamorato di lei. Fin quando soccorre Crystal durante un incidente. Tra di loro (Harry e Crystal) è amore a prima vista. Harry è pronto a lasciare Virginia per Crystal, quando il destino decide per lui nel modo più crudele; la sua ragazza, Virginia fa un incidente con il motorino e dopo una lunga lotta perde la vita. Non vi dico che cosa gli succede, perché vi rovinerei la lettura, ma come da titolo "VIVRÒ PER TE", Crystal gli darà la forza per tornare a vivere e a non avere più paura della vita. Crystal diventerà la sua roccia a cui aggrapparsi.




Se ti sei perso/a il quarto capitolo te lo lascio qui:


Harry si trovava al mare, era andato lì per riflettere. In quel momento sentiva il bisogno di stare solo, di stare solo con se stesso. In quel preciso istante della sua vita aveva troppe domande e poche risposte.
Scese dalla moto e s'avviò a piedi fino alla spiaggia. Mentre camminava i suoi piedi facevano sollevare la sabbia. Dietro di se lasciava una scia. S'incamminò e passo dopo passo, si ritrovò a pochi centimetri dal mare.
Guardava dritto davanti a se, come se quel movimento dell'acqua del mare potesse farli trovare le risposte che non riusciva a trovare.
In quel luogo riusciva a trovare la pace dentro di se, si sentiva rilassato. Sperava quasi che il mare gli suggerisse la risoluzione ai suoi problemi.
Continuo a fissare il mare che vedeva davanti a se mentre il vento gli scompigliava i capelli, in modo dolce, come se volesse accarezzarlo.
«Harry». Gridò qualcuno alle sue spalle e non appena sentì quella voce, la riconobbe subito. La sua voce, la sua bellissima voce era inconfondibile, anche in mezzo a mille voci.
Lui si voltò e non appena la vide, incomincio a sorriderle.
Lei incamiciò a correre più veloce, ogni passo che faceva la portava sempre più vicino a lui. A pochi metri da lui distese le braccia. Gli sorrise, ricambiando così il sorriso di Harry.
Il cuore di Harry incominciò a battere all'impazzata dall'emozione che stava provando in quel preciso istante.
Quando Crystal si ritrovò a pochi passi da lui fece un balzo per salire in collo a Harry e lui, non appena se ne accorse portò le sue mani sotto le sue cosce per sorreggerla.
Crystal intrecciò subito le mani dietro il collo di lui.
«Che ci fai qui?». Le chiese in modo davvero perplesso.
«Non ci eravamo dati appuntamento qui?». Gli chiese.
«Beh!, n... noi». In quel preciso istante gli tremolava la voce, era troppo bello il "noi", la loro unione e il loro futuro insieme.
«Mi piaci molto, ma non ci siamo dati appuntamento, non stiamo insieme».
«Ma che dici, certo che stiamo insieme». Gli ripose.
Dopo Crystal avvicinò il viso alle labbra di Harry. E lui in quel preciso istante capì quello che aveva intenzione di fare. Il sapore della pelle di Crystal lo mandava in estasi, tanto da non fargli capire più niente.
Lei avvicinò ancora di più le labbra a quelle di lui e quando si sfiorano appena, entrambi provarono un emozione fortissima.
«Peso?». Gli chiese.
«No, è così bello tenerti in braccio». Le disse con un sorriso.
Crystal chiuse gli occhi e quando li riaprì, risplendevano soltanto dell'amore che provava per lui.


«Ti amo, ti amo tanto». Gli disse e lui rimase senza fiato.
«Io..., io...». Non riusciva a terminare quella frase, non perché nel suo cuore non sentisse quel sentimento per lei. Non era la prima volta che qualcuno gli diceva "ti amo"; ma questa volta era diverso, era molto più intenso e vero.
Lei gli mise un dito davanti alla bocca per fargli capire di smettere di parlare.
«Lo so che mi ami, non ho bisogno di quelle parole, visto che me lo dimostri ogni giorno». Smise di parlare e tolse la il dito dalla bocca di Harry e portò la mano tra i suoi capelli e incominciò ad accarezzarglieli in un modo veramente dolce.
«Come so che hai un passato, un passato che anche se ti ha fatto soffrire, ti ha portato a essere il miglior ragazzo che potessi trovare.
Forse non sarai pronto a parlare... ma».
«Come fai a sapere del mio passato?, non l'ho mai raccontato a nessuno, ne agli amici e amiche. Non l'ho mai detto nemmeno a Virginia, lei non se n'è mai accorta. Come hai fatto a capirlo?».
«Quando sarai pronto, io sarò qui ad ascoltarti». Gli disse.
Harry la guardò negli occhi e la strinse ancora di più a se, chiuse gli occhi e quando li riaprì, sentì il suono della sveglia che suonava. Erano passate le sette da pochi minuti.
Non sapeva com'era possibile, forse era la sua immaginazione, ma sentiva ancora il profumo delle labbra di Crystal.
Harry andò a casa a studiare, per un oretta. Lì era solo e non poteva fare a meno di pensar al sogno che aveva fatto la notte appena passata. Questa volta, si concentrava solo allo studio e non pensava ai suoi problemi. Dopo un po' finì di studiare. Si andò a cambiare per andare a fare l'allenamento di calcio. Si vestì, preparò la borsa e poi uscì di casa. Decise di chiamare la sua ragazza al cellulare. Aveva bisogno di sentire la sua voce falsa.
«Ciao amore». Le disse senza nemmeno pensare. "Ma amore... le ho detto amore, a lei che quasi sicuramente mi ha tradito!". Pensò Harry nella sua testa. La chiamava sempre con dei nomignoli, dolci, era una cosa carina; ma in quel momento gli sembrava fuori ruolo.
«Ciao Harry». Disse piena di entusiasmo. Fino a pochi giorni fa sentire la sua voce, lo emozionava, mentre adesso provava solo rabbia. In realtà provava rabbia con se stesso, perché non capiva che cosa aveva sbagliato con lei, visto che si era sempre comportato bene.
«Senti, ora vado all'allenamento. Ma quando avrò finito, vorrei stare un po' con te». Le disse e dopo si mise la borsa a tracolla. "Chissà se staremo ancora insieme". Pensò Harry e stranamente qul pensiero non lo turbava per niente. Anzi, era come se si liberasse di un peso.
«Per me va bene, anche io voglio stare un po' con te. Ma dimmi dove e quando?». Gli chiese e dopo sentì un sorriso.
«Ci vediamo davanti alla gelateria alle sei. Dopo andiamo a fare un giro in centro». Le propose.
«Sì, mi va». Rise ancora e gli mando un bacio per telefono; ma lui non ricambiò.
«Arrivo verso le sei o sei e un quarto perché devo andare a posare la borsa del all'allenamento di calcio».
«Sì, ho capito tanto mi trovi lì, intorno alle sei. Ti aspetto fai con calma. E stai attento al traffico».
«Ciao ciao e stai attenta anche te al traffico». Ribadì.
«Battili tutti i tuoi amici, gioca bene». Lo incitò, un tono di voce carico di emozione.
«Sì, lo farò. Stanne certa io sono forte».
Harry attaccò la telefonata e pensò fra se e se: "Se riesco a sapere la verità da quel traditore e sicuro che stasera la mollo. Anche perché ho trovato una ragazza più bella di Virginia. Sono sicuro al cento per cento di volere Crystal. Il sogno che ho fatto stanotte mi ha chiarito i miei dubbi. Non avevo provato niente di così intenso".
Tirò fuori la moto dal garage, chiuse la serranda e partì. In meno di dieci minuti arrivò al campo sportivo. Andava un po' troppo veloce, ma era prudente alla guida. Arrivo con un po' di ritardo, ma non tanto. Andò a spogliarsi velocemente negli spogliatoi. Entrò subito in campo. Incominciarono ad allenarsi e questo allenamento era davvero duro perché, a fine settimana avrebbero dovuto sostenere un partita importante per il campionato. Si dovevano affrontare con una squadra che faceva paura solamente ha pronunciare il loro nome. Quella squadra era terribilmente forte. L'allenatore infatti, li costrinse a una serie di allenamenti durissimi, tanto che alla fine non si reggevano nemmeno in piedi. Tutto ciò andava a vantaggio di Harry; infatti, il traditore avrebbe confessato. Andarono negli spogliatoi a lavarsi, per tornare a casa puliti.
«Aspetta ti devo parlare da solo. Noi due in privato è una cosa importante». Disse Harry a Gianni con un tono di voce che incuteva paura.
«Va bene, mi finisco di vestire e poi parliamo». Nei suoi occhi comparve il terrore, Harry non lo aveva mai visto così spaventato.
«D'accordo anch'io mi devo finire di vestire». Ribadì Harry, nella speranza di sembrargli calmo e di fargli abbassare la guardia. Si vestirono e rimisero apposto i loro borsoni.
Dopo un po', tutti i loro compagni se ne andarono e rimasero solo Harry e Gianni. Incominciarono a parlare. Harry aveva una strategia, infatti aveva deciso di rivolgergli delle domande in modo da estrapolargli la verità lentamente.
«Allora ti volevo parlare di una cosa molto seria». Lo guardò per qualche istante fissandolo negli occhi con uno sguardo molto serio. Continuò dicendogli senza perdere il contatto visivo con i suoi occhi, «allora tu conosci la mia ragazza?». Voleva partire da molto lontano.
«In che senso, la conosco». Incominciò ad avere paura, gli incominciarono a tremare le mani e per questo gli cadde per terra la maglia bianca che stava per indossare.
«Io penso e mi scuso se mi sbaglio, che tu la conosca molto bene». Harry lo guardava fisso negli occhi senza battere ciglia. Quello sguardo così intenso, costrinse Gianni a distogliere lo sguardo verso qualcos'altro. Mentre, Harry non perse mai il contatto visivo con lui; era una sfida e lui le amava e soprattutto, non amava perdere.
«Ma cosa vuoi dire?». Cominciò a tremargli la voce e anche le mani non ne volevano proprio sapere di smettere di tremolare.
«Te lo devo dire in parole chiare». Non aveva ancora capito, oppure faceva finta di non aver capito per evitare l'argomento.
Gianni deglutì in modo molto rumoroso, cominciò ad avere paura.
Si avvicinò in modo brusco verso Gianni, lo sguardo di Harry era come quello di un una persona che si avventava contro il colpevole. Gianni non ebbe neanche il tempo di reagire, si spaventò e tentò di fare qualche passo indietro, ma sfortunatamente, andò a sbattere contro la panchina. «Io penso, anzi ne sono certo che la mia ragazza Virginia, mi sta tradendo con te, rispondimi traditore è vero? E non mentirmi». Gli gridò in faccia. Aveva i muscoli della faccia contratti dalla rabbia. Si avvicinò ulteriormente a Gianni e lo prese per la maglietta. Strinse i pugni sulla maglia di Gianni e lo scosse violentemente contro il muro.
«Allora dimmi la verità». Gli gridò ancora più forte di prima in faccia. Stava perdendo le staffe. Era difficile che si infuriasse.
«Be, e che é... sì, è vero che sono l'amante della tua ragazza». Alla fine s'arrese e confesso tutto e Harry preso dalla rabbia gli tirò un pugno in faccia e uno sullo stomaco. Gianni si piegò in due dal dolore e finì per accasciarsi a terra. Digrignava i denti dal dolore.
«Ti devo dire che mi hai dato un buon motivo per lasciarla, sai ho trovato una ragazza molto più bella di lei. Ma non ti dico niente di lei. Ti dico solo che ti consideravo un amico e invece hai rovinato la nostra amicizia». Prese fiato e aggiunse.
«Hai rovinato la nostra amicizia». A Gianni incominciò a uscire il sangue dal naso e lentamente gli calava fino alla camicia.
Harry se ne andò dal campo di calcio un po' triste, perché i suoi sospetti erano purtroppo diventati realtà; ma allo stesso tempo era felice di aver trovato un buon motivo per lasciarla senza sentirsi in colpa.
Non era ne triste ne felice della notizia confermata, era indifferente. Ma dentro di se era rimasto veramente ferito, perché non avrebbe mai pensato che Virginia l'avesse potuto tradire. Non concepiva l'idea che una persona che ti vuole un bene dell'anima e immenso, ti possa tradire.
Lui non aveva mai tradito nessuna delle sue ex, le aveva sempre lasciate quando sentiva che tra loro non c'era più niente.
Harry non riusciva a capire per quale motivo lei lo aveva tradito. Il loro rapporto si era rovinato e lui non se ne era accorto. Si chiedeva tra se e se, come aveva fatto a non accorgersi di niente. Ma non riusciva a trovare una risposta. Gli rimaneva da fare solo due cose, andare a litigare con Virginia e uscire con quella ragazza magnifica.
Montò in moto. Andò nella sua casa per posare la borsa di calcio. Ripartì subito per andare in gelateria. La strada era trafficata. Era un'ora in cui tutti i lavoratori uscivano dal lavoro. Doveva stare molto attento al traffico, altrimenti avrebbe rischiato di fare un incidente. Arrivò al luogo dell'appuntamento con qualche minuto di ritardo.
Quel giorno, non era la fine, ma solo l'inizio di qualcosa di molto più bello.
Appena arrivò davanti alla gelateria vide qualcosa di strano. Qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere. 
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