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mercoledì 25 dicembre 2013

IT'S CHRISTMAS TIME PARTE 1:25 DICEMBRE – IT’S CHRISTMAS TIME #8

DISCLAIMER:
È assolutamente vietato copiare il contenuto dei post incentrati sulle mie storie. Tuttavia potete copiare la sinossi e condividere sui vostri blog la data d'uscita dei capitoli successivi.

"Il titolo di questa puntata è in inglese, è riprende il titolo della storia. Scusate per il ritardo, ma è natale e tra cene e cenoni, non riuscivo a trovare il tempo. Buon natale a tutti!.
Fatemi sapere se vi piace questa storia, se avete da criticare, fatelo pure, perché le critiche sono costruttive. Mi piacerebbe ricevere un vostro giudizio. Grazie per aver letto questa storia. Ciao e non perdetevi la prossima puntata il 31 Dicembre".

PER LEGGERE LA SETTIMA PARTE DI “IT'S CHRISTMAS TIME ” CLICCA QUI.

CAPITOLO 8: 25 DICEMBRE – IT’S CHRISTMAS TIME

Verso le nove, quando finì di registrare il video, si ritrovarono tutti quanti in cucina. Era la sera del quindici dicembre e mancavano esattamente dieci giorni a natale.
Tutti quanti erano più sereni, c’è l’avevano fatta e per quanto nei giorni successivi avrebbero dovuto lavorare ventiquattrore su ventiquattro, dandosi il cambio, per dormire e mangiare, sapevano che questo era il prezzo da pagare, per strappare a tutti un sorriso la mattina del venticinque dicembre.
Per quanto sarebbe stato stancante fare tutto ciò, lì, in mezzo a quella stanza sorridevano, sorridevano di gioia.
Avevano davanti a loro delle giornate molto pesanti e lavorative, che, però sarebbero state ricambiate dai sorrisi della gente, mentre aprivano  i loro regali.
La troupe tecnica della televisione raccolse le sue cose e dopo una ventina di minuti, se ne  andò. 

Nel frattempo l’elfo domestico, all’insaputa di tutti, aveva deciso di fare una cena per festeggiare il lieto evento.
Durante il pomeriggio, con l’aiuto di altri elfi, quelli che non erano impegnati nel confezionare regali, era andato al supermercato per comprare tutto il necessario per fare una bella cena.
Quando era ritornato a casa, s’era subito dato da fare, tra pentole e fornelli. Aveva preso tutto il necessario per fare una bella cena, per festeggiare il loro successo.
Aveva perfino messo una tovaglia rossa sopra il tavolo e aveva tirato fuori il loro servito migliore di piatti, bicchieri e posate.
Tutto procedeva per il meglio; avrebbe avuto tutto il tempo a disposizione per cucinare.
Prima preparò una salsa di carne e la besciamella, per fare le lasagne.  Non appena fu tutto pronto, si mise a comporre la lasagna, strato dopo strato.
Prima di infornarla, attese che il forno fosse bello caldo, dopo le mise dentro e caricò il timer.
Nel frattempo si mise a fare il magro, infarcendolo ai lati con delle verdure e delle spezie tritate; dopo, mise a cuocere anche quello.
Tagliò le patate e le mise a cuocere nell’olio.
Tagliò anche l’insalata e la mise in una grande ciottola, senza condirla.
Aveva lavorato tutto il pomeriggio, soltanto per fargli una sorpresa; non vedeva l’ora di vedere l’espressione delle loro facce, nel trovare tutto questo ben di dio.
Si mise ad apparecchiare la tavola, mettendo il piatto fondo sotto quello steso, mise le posate secondo l’ordine del galateo, i bicchieri davanti ai piatti e un candelabro di candele rosse al centro della tavola.

«Ho fame». Disse Henry a Claus, ormai si davano del tu, erano diventati molto amici.
«Che cosa c’è per cena?». Gli chiese, mentre stava seduto su un tappeto  davanti al camino, con le gambe incrociate e un libro tra le mani.
«Non lo so». Disse, mentre lasciava quella stanza.
«Ora vado a cambiarmi e dopo, andiamo a mangiare». Disse ancora, mentre si trovava di fronte alla scala.

Quando entrarono in cucina, non si sarebbero mai aspettati tutta quella tavola addobbata a festa.
«Uauuuuu!». Esclamarono tutti in coro.
«Festeggiamo la nostra vittoria con una bella cena». Disse l’elfo cuoco.
Dopo, tolse le lasagne dal forno e cominciò a tagliarle in modo da fare le porzioni per tutti quanti.
«Ho pensato anche agli elfi e quando finiranno il loro turno, verranno anche loro a festeggiare. Gli ho anche chiesto se potevano smettere di lavorare per un’oretta, ma loro mi hanno risposto che non potevano farlo». Gli spiegò l’elfo cuoco.
Claus, Sulac e i tre ragazzi si misero a tavola e l’elfo accese le candele con un accendino, dopo, spense la luce centrale per lasciare accesa qualche piccola luce che si trovava lungo il bancone della cucina.
L’ambiente era illuminato dalla luce delle candele, che riuscivano a rendere l’ambiente ancora più suggestivo.
Mangiarono tutto quanto, arrivando perfino a leccarsi i baffi, dalla bontà del cibo che aveva preparato l’elfo cuoco.
Erano sazi e pronti per andare a dormire, visto che il mattino seguente avrebbero lavorato come matti.
«Buona notte, ragazzi». Disse Claus, mentre s’alzava da tavola per raggiungere la sua camera da letto, che si trovava vicino a quella dei ragazzi.
Dopo, mise la sedia accanto al tavolo.
«Grazie della cena». Disse Claus all’elfo cuoco.
«Sono felice che ti sia piaciuta». Gli rispose l’elfo cuoco.
«Ringrazia, gli altri elfi che mangeranno dopo di noi». Gli disse ancora.
«Ma certo». Disse con un sorriso.
Tutti quanti s’alzarono da tavola per raggiungere le loro camere.
Salirono insieme le scale e quando si trovarono sulla soglia delle loro camere, si salutarono e dopo, si sorrisero a vicenda.
«Buona notte ragazzi». Gli disse Claus.
«Buona notte a tutti». Disse Sulac.
Aprirono la loro porta e dopo, si voltarono verso di loro.
«Buona notte anche a voi». Gli risposero in coro.
Non appena i ragazzi entrarono nella loro stanza, si misero il pigiama. Dopo accesero i loro computer portatili e anche quello che era in quella stanza, per controllare la posta elettronica.
Non avevano ricevuto la posta dai loro genitori.

Poco prima d’andare a letto si misero a controllare gli account facebook, YouTube e twitter di Claus.
S’accorsero che gli iscritti del canale YouTube erano aumentati, i mi piace alla pagina facebook erano aumentati e anche i followers di Twitter avevano fatto altrettanto.
Si misero ad aggiornare la pagina facebook.

“Ragazzi, Claus ha appena finito d’andare in onda. Vi è piaciuto?, vi ha convinti a mandare a Claus le cose che non usate più?”.

Cinque minuti dopo l’indirizzo di posta elettronica di Claus, fu invaso da tutte quelle persone che stavano commentando quel post, migliaia, su migliaia di risposte, tanto che il programma per il controllo delle e-mail, s’aggiornava ogni secondo. Tante risposte in diverse lingue, ma con i cuori uniti alla richiesta di Claus.
Ogni tanto rispondevano a quelle in italiano e in inglese, non potevano rispondere a tutti.

“Domani troverete il video di Claus, montato da noi, per farvi vedere la giornata di Claus. Ora invece caricheremo sul canale YouTube di Claus, il video che è andato in onda in televisione”.

Aprirono il canale YouTube e dopo aver fatto l’accesso, si misero a caricare il video che gli aveva consegnato la troupe televisiva.
Ci sarebbe voluta qualche ora, così decisero di lasciare il computer acceso per fargli caricare il video di notte.
Spensero gli altri computer e andarono a letto.

Al mattino dopo, si svegliarono e dopo essersi vestiti, controllarono subito il video che avevano caricato la sera prima d’andare a letto.
Il video si era caricato perfettamente, le visualizzazioni erano tantissime e sarebbero aumentate nel corso della giornata.
«La registro io la tipica giornata di Claus, visto che io sono più bravo in queste cose tecnologiche». Disse a tutti quanti e dopo, prese la sua reflex dal suo bagaglio a mano.
Per questo giorno non avrebbe aiutato Claus, come i suoi due fratelli, ma avrebbe passato l’intera giornata ha firmarlo.

Scesero le scale per andare a fare colazione in cucina.
Claus aveva già finito di fare colazione e dopo essersi lavato la faccia e le mani, sentì suonare il campanello.
S’avvicinò alla porta e prima d’aprirla, indossò la sua giacca. Dopo aver aperto la porta, s’accorse che al di la del cancello c’era il suo postino preferito.
«Ciao». Gli disse Claus.
«Ciao, ieri ti ho visto in televisione». Gli disse, mentre nel frattempo apriva le porte del suo furgone.
«Già». Ammise con un sorriso, mentre lentamente s’avvicinava verso il cancello.
«Alla fine c’è l’hai fatta a salvare il natale, ma te lo avevo già detto che ci saresti riuscito». Gli disse.
Claus, aprì il cancello per andargli in contro e dall’emozione, dai suoi occhi caddero delle lacrime.
«Già, ma non da solo, grazie ai miei elfi, a mio fratello e quei tre ragazzi che ieri ai visto in tv».
Il postino prese alcuni sacchi tra le mani e dopo, se li caricò sulle spalle.
«Altre lettere?». Gli chiese Claus, non appena vide che il sacco era bello grosso.
«Sì e non solo, questi altri sacchi pesano tantissimo». Gli disse.
«Allora, mi hanno spedito le cose che non usano più». Disse, con gli occhi pieni di felicità; allora le persone avevano accolto la sua richiesta.
«Sì».

Claus aiutò il postino a portare tutti quei sacchi in casa, sulla faccia aveva un sorriso, che esprimeva tutta la sua felicità.
Dopo aver portato tutti i sacchi dentro la casa di Claus, il postino se ne andò, salutandolo.
«Che c’è?». Chiese Henry a Claus.
«Sono arrivate le prime cose dalla gente». Disse indicandogli i sacchi con un dito.
«Cosa credevi». Disse William, mentre sorseggiava il suo caffè e latte.
«Sulla tua pagina facebook abbiamo ricevuto moltissime risposte di persone che sono disposti ad aiutarti». Gli disse e dopo, dalla tasca dei pantaloni, tirò fuori il suo cellulare per far vedere a Claus tutti i messaggi che aveva ricevuto.
Claus prese il cellulare in mano e si mise a scorrere tutti quei messaggi, che sembravano essere infiniti; ogni tanto, mentre li scorreva, ne leggeva qualcuno. Non aveva tempo da perdere, non poteva leggere tutti quei messaggi, ma dopo natale, l’avrebbe fatto, anche ringraziandoli uno per uno; perché ogni messaggio, per quanto semplice, rappresentava un oggetto donato  da una persona.

Tutti quanti si dettero da fare  fin da subito, non c’era tempo da perdere, mancava poco meno di una settimana a natale.
Il tempo era prezioso e anche un secondo perso, sarebbe stato importante.
Non si perdevano d’animo e si fermavano soltanto per mangiare, per dormire e per lavarsi.
Daniel passò tutto il tempo ha filmare Claus e i suoi elfi, per poter far vedere alla gente come lavorava Claus.
«Che fai?». Chiese Claus vedendolo, con la reflex in mano.
«Sto registrando, per poi in serata montare il video, in modo da far vedere alla gente che lavori sodo per tutti e convincere ancora più gente a donarti le cose che non usano più».  Gli rispose.
Claus sorrise, mentre stava impacchettando un regalo.
«Allora continua pure!». Gli rispose.
Henry, che non era tanto bravo nel fare pacchi, imparò grazie alla pazienza di un elfo.
Henry si divertiva, anche se sentiva addosso un po’ di stanchezza.
Nel frattempo, al computer c’erano due elfi che controllavano la posta ogni cinque minuti, per aggiornare l’elenco dei regali che voleva la gente.
Degli altri elfi si dedicavano a stampare i loghi delle marche che poi avrebbero messo dentro ai regali; infatti, l’elfo contabile era riuscito a contattare moltissimi sponsor.
C’era anche qualche elfo che andava a comprare le materie prime, infatti, stavano continuando a costruire i regali.
Avevano stabilito dei turni per ottimizzare meglio il tempo.

Verso l’ora di pranzo suonarono alla porta, Claus lasciò la sua postazione di lavoro, dove era impegnato già da molte ore a impacchettare i regali e a scriverci l’indirizzo.
Si mise la maglia e lentamente s’avviò verso la porta d’ingresso. Dopo, quando si trovò di fronte alla porta, l’aprì e non si sarebbe mai aspettato quello che vide davanti ai suoi occhi, un fiume di persone, lì, davanti a lui.
Tutta quella gente, s’era messa in fila per consegnare di persona a Claus le cose che non usavano più. Qualcuno aveva perfino fatto tante ore di macchina, per consegnarli di persona il regalo, perché credevano in quello che stava facendo Claus.
Non appena vide tutta quella gente, Claus si commosse, d’altronde le emozioni non le puoi imprigionare, quando vengono direttamente dal cuore.
«Questo è per te». Disse un bambino, dopo aver allungato il braccio  per dargli la cosa che non gli serviva più.
Claus gli sorrise e gli passò una mano tra i capelli, in un modo veramente affettuoso.
«Grazie». Gli rispose.
«Ti voglio aiutare». Disse il bambino che avrà avuto sì e no, una decina di anni.
«Anche noi». Dissero tutte quelle persone in coro. Tante persone centinaia o forse di più, che avevano aperto la bocca per dire le stesse parole del bambino.

La fila cominciò a scorrere e tantissime persone gli lasciarono le loro cose che non usavano più. La fila era talmente lunga che Claus non riusciva a vedere la fine. Scorreva lentamente, tuttavia, sembrava non finire mai, forse sempre più gente veniva a portare le cose a Claus.
Era passata almeno un’ora e la fila, non sembrava finire, ma Claus, non poteva stare li, perché aveva molto da fare.
Le persone che lo volevano aiutare, le faceva entrare dentro la sua casa e li affidava a un elfo, che poi li smistava e li affidava ad altri elfi.
Grazie all’aiuto di tutte queste persone, Claus riuscì a confezionare più regali del previsto.

Era ormai passata la mattinata e arrivata l’ora di pranzo, così Claus decise di lasciare la sua postazione e di far venire al suo posto un elfo che avrebbe iniziato da poco il suo turno di lavoro.
Nel frattempo, l’elfo cuoco s’era messo a cucinare per tutti, aveva trascorso tutta la mattinata in cucina, perché le bocche da sfamare sarebbero state veramente tante.
«Ho fame». Disse Henry, mentre stava entrando dalla cucina. Dopo, s’avvicinò al tavolo per mettersi a sedere.
«È pronto». Gli comunicò l’elfo cuoco.
Tutti e tre i fratelli avevano l’acquolina in bocca.
«Avete finito il vostro turno?, per oggi?». Gli chiese Claus.
«Già!». Esclamò William, mentre si stava stirando sulla sedia, allungando le braccia verso il muro. Dopo, chiuse gli occhi e incominciò a sbadigliare.
Nel frattempo, l’elfo cuoco si mise a scolare la pasta.
«Quest’anno non abbiamo ancora addobbato la casa, perché tutte le nostre energie e il nostro tempo, erano impegnati nel salvare il natale. Vi andrebbe di farlo?, avete campo libro e potete addobbare come vi pare?». Gli chiese Claus.
«Certo, lo faremo volentieri». Disse William e Henry annuì.
«Io, invece continuo a filmare». Disse Daniel.
«Certo, poi voglio vedere il video».
Si misero a mangiare e quando finirono, ognuno tornò al proprio compito.

Era molto stancante lavorare con questi ritmi, ma dopo il venticinque avrebbero avuto molto tempo per dormire e recuperare tutte le energie.
William e Henry andarono in garage a prendere tutti gli addobbi che Claus aveva messo accuratamente negli scatoloni chiusi con lo scotch.
Li aprirono e cominciarono a decidere il da farsi; prima avrebbero addobbato all’esterno e dopo, all’interno.
Incominciarono a mettere dei tranci finti d’abete sulle porte, per poi addobbarli con palline e lampadine colorate.
Si stavano divertendo molto, perché anche a casa loro adoravano addobbare, a differenza di Daniel, che non aveva pazienza per fare queste cose.
Non avevano ancora finito d’addobbare all’esterno, infatti, decisero di mettere le luci e le palline agli alberi che si trovavano nel giardino di fronte alla casa di Claus.
Quando finirono con le luci, le accesero e grazie al buio della sera, s’accorsero d’aver fatto proprio un bel lavoro. L’ambiente era molto suggestivo, non era pacchiano come quelli che mettono quelle luci al passamano delle scale  o ai balconi.
Quello che avevano creato era così bello, perché il colore delle luci si contrastava al bianco della neve e si riflettevano sulla neve.
Nella scatola trovarono anche un babbo natale di quelli da mettere fuori che sembra che si arrampichi alla casa; così decisero di agganciarlo alla ringhiera del terrazzo. Questo babbo natale aveva delle luci, in modo da poterlo vedere anche di notte.
Erano molto soddisfatti del lavoro che avevano fatto.
Dopo, decisero di passare ad addobbare anche l’interno. Ritornarono in garage per prendere tutti gli scatoloni e portarli in casa.
All’esterno la temperatura stava diventando sempre più gelida e già da qualche ora, il sole aveva fatto posto alla luna, così splendente che riusciva a illuminare tutto quello che aveva sotto di se.
Si tolsero i giacchetti e tutta quella lana che avevano addosso e l’attaccarono all’appendi abiti, che si trovava di fianco alla porta.
Montarono l’albero unendo i vari pezzi e dopo, aprirono bene tutti i rami. Quando si resero conto che tutti i rami erano belli aperti, presero le luci colorate e cominciarono a metterle, girando intorno all’albero. Dopo, l’accesero per notare l’effetto che faceva  al buio e successivamente, accesero la luce per vedere se avevano lasciato qualche spazio vuoto.
S’avvicinarono alla scatola che conteneva le palline tutte colorate, di ogni forma e sia in vetro che in plastica.
Cominciarono a mettere le palline sparse per tutto l’albero. Avevano deciso di fare un albero tutto colorato, perché il colore mette molta allegria.
Henry prese la punta dorata e William lo prese in collo, per permettergli di infilarla in cima all’albero.
Dopo addobbarono l’albero con dei fili d’angelo, che dalla cima dell’albero, s’estendevano fino a terra.
Andarono a chiedere a un elfo, se aveva dei giornali vecchi da buttare.
Tornarono in salotto, con i giornali vecchi e altre carte che Claus avrebbe buttato via.
Si misero a sedere per terra e incominciarono ad accartocciare la carta. Si divertivano e si sorridevano, tanto che a volte, per scherzare si tiravano le carte.
Misero la carta accartocciata vicino alla base dell’albero e dopo, presero i fogli di carta del presepe, quelli sarebbero andati a formare le montagne e la pianura del presepe e li accartocciarono per farli sembrare più veri.  Dopo, li stesero sopra la carta accartocciata e quando furono soddisfatti della loro disposizione, li fermarono con un po’ di scotch trasparente.
Incominciarono a piazzare la capanna grande: quella in cui c’era Gesù, Giuseppe, Maria, il bue e l’asinello.
Dopo, piazzarono tutti i personaggi che avevano trovato in una scatola, mettendo anche le casine fatte di legno, gli alberi e altri piccoli oggetti che lo avrebbero reso ancora più bello.
Aggiunsero anche tutti quei pezzi del presepe che erano in movimento come: la fontana, il  forno, il mulino e altre piccole cose.
Dopo, misero anche le luci, ben posizionate, in modo da risaltare al meglio ogni piccolo particolare.
Sopra il camino misero un trancio d’albero illuminato da delle luci bianche e sotto appesero delle calze; grazie allo scintillio delle fiamme del camino, quella stanza era diventata ancora più bella e suggestiva.
Erano soddisfatti di tutto quello che avevano fatto, anzi non appena accesero tutte le luci, rimasero affascinati da quello che si trovarono davanti ai loro occhi.

Verso l’ora di cena Claus smise di confezionare i regali e lasciò il posto agli altri elfi che avrebbero preso il suo posto; anche le persone che l’avevano aiutato durante il giorno, se ne erano andati.
«Avete finito d’addobbare». Chiese Claus ai ragazzi.
«Certo, guarda». Gli dissero.
Claus andò in giro per la casa per vedere gli addobbi e dopo, uscì velocemente di casa per vedere che cosa avevano combinato all’esterno.
«Avete fatto un lavoro bellissimo». Disse a Henry e William e dopo, si voltò verso di Daniel.
«Hai finito con quella… macchina fotografica». Gli chiese.
«Si chiama reflex, comunque, sì, ho finito, dopo cena lo monterò e lo caricherò durante la notte». Gli rispose.
«C’è così tanto da imparare da voi ragazzi». Disse e i tre ragazzi gli sorrisero.
Dopo cena, Daniel montò il video e lo mise a caricare sul canale di Claus.

Tutti i giorni facevano sempre le stesse cose, si svegliavano, facevano colazione, pranzo e cena e poi, andavano a confezionare i regali. Le persone gli portavano i regali a mano e restavano ad aiutarlo.

A pochi giorni dal venticinque dicembre, incominciarono a mettere tutti i regali già confezionati nel sacco che Claus aveva già posizionato sopra la sua slitta.
«Come fai a mettere tutti quei pacchi in un sacco?». Chiese Henry a Claus, mentre lo aiutava a mettere i pacchi dentro il sacco.
«È una magia». Gli rispose e Henry mise il broncio, perché Claus non aveva risposto alla domanda.
Posizionò un pacco e poi, Henry lo guardò cadere e diventare sempre più piccolo, quasi come un puntino.
«Cosa succede ai pacchi?, la borsa non ha un fondo». Gli chiese.
«No, è come quella di Mary Poppins». Gli disse.
«Conosci il film?, vero?». Gli chiese.
«Certo, come fai a fare il giro del mondo in pochissimo tempo?». Gli chiese ancora.
Claus smise di mettere i regali nel sacco e si fermò a osservarlo per qualche istante.
«Di notte, quando tutti dormono, il tempo si ferma e nessuno se ne accorge, ma in realtà, le persone, la notte tra il ventiquattro e il venticinque dormono molto di più».
«Che figata!». Esclamò Henry e dopo, continuò a mettere i regali dentro al sacco.
Dopo, si fermò, si voltò verso le renne, che in quel momento stavano mangiando l’erba e poi, guardò Claus negli occhi.
«Come fanno le renne a volare?». Gli chiese.
«Certo che sei curioso!». Esclamò e dopo, sorrise.
«È una magia, la magia del natale, però visto che sei te, ti rivelerò il segreto. Grazie a una polvere magica come quella che usa Peter Pan per volare nell’isola che non c’è». Gli disse.
«Wow!, che figata!, ma dove la trovi la polvere?».
«Questo è un segreto!». Gli rispose con un sorriso.

«Te e i tuoi fratelli, dovete andare ora dal mio sarto». Disse Claus, dopo aver guardato il suo orologio da polso.
«Perché?». Gli chiese.
«Farete il giro del mondo con me e sarete vestiti con me». Gli disse.
«Che figata!». Esclamò Henry.
Henry corse subito a chiamare i suoi fratelli e dopo, tutti e tre se ne andarono dal sarto che, gli prese le misure per confezionarli l’abito
Dopo, se ne andarono e ognuno ritornò a fare il lavoro che aveva interrotto.
Dopo cena si provarono gli abiti che gli avevano confezionato i sarti. Gli stavano a pennello e sembravano dei piccoli babbi natali.

Nei giorni successivi, facevano sempre le stesse cose, fino a quando arrivò la notte del ventiquattro dicembre. Si lavarono e dopo, si misero il vestito rosso da babbo natale.
Nel frattempo, un elfo aveva pulito la slitta di Claus.
«Siete contenti?, tra poco si parte». Gli chiese Claus.
«Certo». Risposero in coro i tre fratelli.
Quando calò la notte e la luna si trovò alta nel cielo, salirono a bordo della slitta per affrontare, insieme a Claus, il viaggio più mitico del mondo.
Si alzarono lentamente da terra e lasciarono dietro di loro, una scia mista tra il celeste e un bianco tendente al giallo.
S’accorsero subito che il tempo s’era davvero fermato. Perché le persone e le poche auto che erano in giro si muovevano molto più lentamente.
Visitarono tutti i continenti: l’Europa, l’Asia, l’africa, l’Oceania e l’America.
Tante culture diverse, tanti luoghi diversi, che però, per una volta, i loro cuori battevano per Claus: il vecchietto simpatico che portava i regali.
Passavano di casa in casa, calandosi dai camini, lasciavano i regali, mangiavano il cibo che gli avevano lasciato e dopo, se ne andavano.
Si stavano divertendo come pazzi. Sarebbe stato il sogno di ogni bambino, quello di compiere il viaggio insieme a lui.
Ora potevano dire di aver girato tutto il mondo a bordo di una slitta e tutti i loro amici, sarebbero stati invidiosi di quello che avevano fatto.
Sorridevano in continuazione, soprattutto quando Claus passava dai camini e ci rimaneva un po’ incastrato.
Fecero il giro del mondo e il cielo era sempre scuro, perché passando di nazione in nazione, cambiava il fuso orario e di conseguenza, il loro viaggio sarebbe durato la bellezza di ventiquattro ore.
Non si sentivano per niente stanchi, perché, quando fai qualcosa che ti piace, l’euforia prende il sopravvento sugli occhi, che lentamente, tenderebbero a chiudersi.
Quando tornarono a casa era già mattina inoltrata.

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